La lettera di Papa Francesco a Scalfari: “Dio perdona chi segue la propria coscienza”

di Redazione

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La lettera di Papa Francesco a Scalfari: “Dio perdona chi segue la propria coscienza”

| mercoledì 11 Settembre 2013 - 06:57

lettera papa repubblica

PALERMO, 11 SETTEMBRE 2013 – “Dio perdona chi segue la propria coscienza”. È questo il cuore della lettera che Papa Francesco ha inviato al quotidiano la Repubblica. “Lei – scrive il Papa rivolto all’ex direttore Eugenio Scalfari – mi chiede se il Dio dei Cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede. La questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato anche per chi non ha fede, c’è quando si va contro la coscienza”.

 

Papa Francesco, rispondendo con una lettera alle domande che Eugenio Scalfari gli aveva posto sulla questione fede e laicità ha detto che “è venuto ormai il tempo di un dialogo aperto e senza preconcetti sulla fede. Dobbiamo fare un tratto di strada insieme. La verità non è mai assoluta”.

 

“Mi pare senz’altro positivo – aggiunge ancora il Pontefice – non solo per noi singolarmente ma anche per la società in cui viviamo, soffermarci a dialogare su di una realtà così importante come la fede che si richiama alla predicazione e alla figura di Gesù. Due circostanze rendono oggi doveroso questo dialogo. La prima circostanza – spiega il Papa – deriva dal fatto che lungo i secoli della modernità si è assistito ad un paradosso: la fede cristiana è stata spesso bollata come il buio della superstizione che si oppone alla luce della ragione. Così, tra la Chiesa e la cultura d’ispirazione cristiana da una parte, e la cultura moderna d’impronta illuminista dall’altra, si è giunti all’incomunicabilità. È venuto ormai il tempo di un dialogo aperto e senza preconcetti che riapra le porte per un serio e fecondo incontro”.

 

La seconda circostanza, scrive ancora il Papa, “per chi cerca di essere fedele al dono di seguire Gesù nella luce della fede, deriva dal fatto che questo dialogo non è un accessorio secondario dell’esistenza del credente: ne è invece, espressione intima e indispensabile. Senza la Chiesa – sottolinea il Papa – non avrei incontrato Gesù pur sapendo che l’immenso dono della fede è custodito nei vasi di argilla della nostra umanità. Ora è a partire da qui, da questa personale esperienza di fede vissuta, che mi trovo a mio agio nell’ascoltare le sue domande – dice sempre a Scalfari – e nel cercare le strade lungo le quali,possiamo, forse, cominciare a fare un tratto di cammino insieme”.

 

“Premesso che – continua il Papa – ed è la cosa fondamentale, la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito, la questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato anche per chi non ha la fede c’è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa infatti decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire”.

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