Siria, va in scena il “piano B” di Obama e Putin. Diplomazie al lavoro per frenare i missili Usa

di Redazione

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Siria, va in scena il “piano B” di Obama e Putin. Diplomazie al lavoro per frenare i missili Usa

| martedì 10 Settembre 2013 - 05:50

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WASHINGTON, 10 SETTEMBRE 2013 – A poche ore da quello che poteva essere l’annuncio dell’attacco Usa alla Siria, fra Damasco, Mosca e gli Stati Uniti va in scena il “Piano B” e la crisi siriana sembra imboccare la strada della diplomazia.

 

Tutto parte dalle dichiarazioni del segretario di Stato americano, John Kerry che considera possibile uno stop alle manovre militari se il regime di Assad decidesse di consegnare le armi chimiche. In poche ore il ministro degli esteri Russo Serghiei Lavrov rilancia e propone che la Russia si faccia garante dell’arsenale chimico della Siria, mettendolo a disposizione dei controlli internazionali. Proposta subito accolta dal ministro degli Esteri della Siria, Walid Muallem, che è a Mosca. Pochi minuti e anche il Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon fornisce l’ombrello Onu allo spiraglio diplomatico. 

Così, l’ultima parola passa a Barack Obama che rilascia in queste ore ben sei interviste ai principali network televisivi americani per dire che la decisione di Russia e Siria è “uno sviluppo potenzialmente positivo”. Così la soluzione diplomatica della crisi siriana si fa concreta e gli osservatori più attenti parlano di un “piano B” attentamente congegnato fra Barack Obama e Vladimir Putin dietro le quinte dell’apparente gelo diplomatico del G20.

 

Un piano che ha preso ancora più corpo dopo che all’interno del Congresso americano, come fra l’opinione pubblica statunitense, il fronte del no all’intervento militare diventa sempre più schiacciante.

Tutti aspettano il discorso alla nazione che stasera pronuncerà il “Comandante Obama”. In attesa delle sue parole il Senato ha rinviato a domani il voto sull’intervento militare. Lo ha annunciato il leader della maggioranza democratica Harry Reid, senza fornire altri dettagli. Le prossime ore, dunque, saranno cruciali per spazzare via i venti di guerra.

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