ROMA, 8 SETTEMBRE 2013 – Domenico Quirico è stato liberato. L’inviato de La Stampa, rapito in Siria in aprile, è in volo verso l’Italia.
A darne notizia è proprio il quotidiano torinese e il suo direttore Mario Calabrese che commenta così su Twitter: “Abbiamo avuto la magnifica notizia da Emma Bonino e Enrico Letta. Sappiamo che hanno già contattato la famiglia. È una notizia magnifica”.
“Mi sembra di essere stato 5 mesi su Marte – è stato il primo commento del giornalista, accolto dal ministro degli Esteri, Emma Bonino (nella foto de La Stampa). – Ho saputo soltanto oggi chi è il presidente della Repubblica del mio paese. Voglio ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito alla mia liberazione. Questa rivoluzione che ho sempre tentato di raccontare mi ha tradito e non è più nemmeno quella che conoscevo. Non sono stato trattato bene”.
Come riporta il quotidiano torinese Quirico ha parlato anche dell’uso di armi chimiche. “È folle dire che io sappia che non è stato Assad a usare i gas”.
“Eravamo all’oscuro – ha raccontato l’inviato de La Stampa – di tutto quello che stava accadendo in Siria durante la nostra detenzione, e quindi anche dell’attacco con i gas a Damasco”.
“Un giorno però – ha aggiunto – dalla stanza in cui venivamo tenuti prigionieri, attraverso una porta socchiusa, abbiamo ascoltato una conversazione in inglese via Skype che ha avuto per protagoniste tre persone di cui non conosco i nomi. Uno si era presentato a noi in precedenza come un generale dell’Esercito di liberazione siriano. Un secondo, che era con lui, era una persona che non avevo mai visto. Anche del terzo, collegato via Skype, non sappiamo nulla”.
“In questa conversazione – prosegue la ricostruzione di Quirico – dicevano che l’operazione del gas nei due quartieri di Damasco era stata fatta dai ribelli come provocazione, per indurre l’Occidente a intervenire militarmente. E che secondo loro il numero dei morti era esagerato”.
“Io non so – è il racconto di Domenico Quirico – se tutto questo sia vero e nulla mi dice che sia così, perché non ho alcun elemento che possa confermare questa tesi e non ho idea né dell’affidabilità, né dell’identità delle persone. Non sono assolutamente in grado di dire se questa conversazione sia basata su fatti reali o sia una chiacchiera per sentito dire, e non sono abituato a dare valore di verità a discorsi ascoltati attraverso una porta”.
“Bisogna tener presente – ha concluso Quirico – la condizione in cui eravamo e non dimenticare che eravamo prigionieri che ascoltavano cose attraverso le porte. Non ho elementi per giudicarle, sono abituato a parlare e a dare per certe le cose che ho verificato. In questo caso non ho potuto controllare niente. È folle dire che io sappia che non è stato Assad a usare i gas”.
Di Domenico Quirico si erano perse le tracce il 10 aprile scorso dopo l’ultimo sms inviato ad un collega della Rai. Il 6 giugno le speranze erano state riaccese da una telefonata fatta alla moglie Giulietta in cui diceva di stare bene e di essere stato rapito. Poi il silenzio, fino ad oggi.
Domenico Quirico, 62 anni, è da tempo in prima linea nei paesi del Nord Africa e della Primavera araba, di cui è un grosso conoscitore e a cui nel 2011 ha dedicato un libro dal titolo “Primavera araba”.
In questi 150 giorni tantissimi sono stati i segni di solidarietà: associazioni, giornali, siti, televisioni, il sindacato giornalisti e molte persone hanno manifestato la loro vicinanza esponendo un nastro giallo che significa semplicemente “ti aspettiamo”.
Oggi finalmente l’incubo è finito. Liberato anche il cittadino belga Pier Piccinin che era stato rapito insieme a Quirico. Lo riferisce Palazzo Chigi confermando che questa sera faranno rientro in Italia atterrando all’aeroporto di Ciampino dove saranno accolti dal ministro degli Esteri, Emma Bonino. Nessuna notizia invece ancora di padre Paolo Dall’Oglio.
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha espresso alla famiglia del giornalista della Stampa, al direttore Mario Calabresi e per suo tramite a tutta la redazione la sua più viva soddisfazione: “La speranza non era mai venuta meno e vengono ora coronati dal successo tutti gli sforzi messi in campo per un esito positivo della vicenda”.
“La notizia della liberazione di Domenico Quirico mi riempie di grande gioia e di soddisfazione. Il mio pensiero va prima di tutto ai parenti che potranno finalmente riabbracciare Quirico dopo tanti mesi e numerosi momenti di ansia”. Così ha commentato il Ministro degli Esteri Bonino che aggiunge: “Il mio ringraziamento va a chi ha contribuito sostanzialmente al felice esito della vicenda: la Farnesina e la sua Unità di crisi, gli altri apparati dello Stato che insieme hanno con grande determinazione seguito ogni possibile canale per portare a soluzione un caso particolarmente complicato in un contesto ambientale cosi difficile come quello siriano. La liberazione del giornalista è anche una bellissima notizia per tutti i rappresentanti dei media che rischiano la vita sui fronti di guerra per raccontare la verità in situazioni estreme”.
Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso “vivissimo apprezzamento per l’impegno dispiegato dal ministro Emma Bonino, dal ministero degli Esteri e dai Servizi per il successo di tutti i delicatissimi passi volti a garantire la libertà di Domenico Quirico”.
Govone “in festa” per la liberazione di Domenico Quirico. “Siamo felicissimi”, dice Giampiero Novaro, primo cittadino del paesino in provincia di Cuneo dove l’inviato della Stampa vive con la moglie e le due figlie. “Per fortuna – aggiunge – tutto si è concluso nel migliore dei modi”.