No Muos, gli attivisti digiunano e scrivono al Papa

di Redazione

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No Muos, gli attivisti digiunano e scrivono al Papa

| sabato 07 Settembre 2013 - 05:51

bandiere no muos

PALERMO, 7 SETTEMBRE 2013 – Sventoleranno anche le bandiere “No Muos” a piazza San Pietro nella giornata di digiuno e di veglia indetta da Papa Francesco per scongiurare il rischio di una guerra in Siria, per sensibilizzare i cuori di credenti e non credenti.

 

Alcuni rappresentanti dei comitati che a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, da mesi, da anni, lottano contro le installazioni della Marina militare Usa sono partiti alla volta di Roma, preceduti da una lettera inviata al Pontefice per raccontare il proprio dramma, le proprie paure.

 

“Caro Papa Francesco – scrivono i comitati, – spirano sempre più forti i venti di guerra sul Mediterraneo, non più mare di pace, e la nostra terra di Sicilia non è più isola di cultura ma portaerei per fini bellici di superpotenze che si alimentano, insaziabili, dei profitti dell’economia di guerra”.

 

“L’Europa del Sud – continuano – è condannata a essere prima avamposto per l’aggressione ai paesi del Medio Oriente e del Maghreb e successivamente oggetto di ulteriore militarizzazione per il dominio culturale definitivo sui popoli ridotti a miseria”.

 

Chissà che il Papa, pronto a rispondere con una telefonata o un messaggio a chi gli rivolge un appello, non avrà qualche parola di conforto anche per gli attivisti No Muos, nelle cui fila militano anche numerose mamme, che lottano imperterrite per difendere la salute dei propri figli.

 

Di seguito il testo integrale della lettera inviata al Papa:

 

“Caro Papa Francesco,
spirano sempre più forti i venti di guerra sul Mediterraneo, non più mare di pace, e la nostra terra di Sicilia non è più isola di cultura ma portaerei per fini bellici di superpotenze che si alimentano, insaziabili, dei profitti dell’economia di guerra.

Consapevoli di non dire nulla di nuovo, Le evidenziamo alcuni fatti: all’interno della stupenda sughereta di Niscemi in Sicilia (sito di interesse comunitario), la Marina militare degli Usa, senza interpellare il Parlamento Italiano e la cittadinanza, ha installato, a partire dal 1991, 46 antenne per le telecomunicazioni con truppe e mezzi bellici nel Mediterraneo; è in costruzione, sempre all’interno della sughereta, il quarto impianto terrestre del MUOS, composto da tre parabole gigantesche che hanno il compito di guidare i droni, ovvero gli aerei senza pilota (perché il pensiero umano è pericoloso), e sommergibili, truppe e singoli soldati. La guerra sarà a portata di joystick.

La popolazione si è costituita in comitati che, coadiuvati da tante persone di buona volontà, stanno affrontando la problematica sotto diversi aspetti. Ma, sullo scoglio della totale mancanza di trasparenza e di democrazia reale, si imputridiscono le cattive abitudini italiche date dai partiti e dai vizi dei politici che condizionano organi di stato e i mezzi di informazione alla mercé dei poteri forti.

In un balletto di atti istituzionali, di revoca della revoca, di dichiarazioni fallaci pure in contraddizione diacronica tra loro, di azioni repressive sempre più frequenti, in presenza della manipolazione mediatica pressoché universale, il messaggio univoco che arriva ai cittadini è che il “MUOS s’ha da fare”, costi quel che costi. Ma l’opinione pubblica sta sempre più cogliendo il nesso tra MUOS e guerre: il fronte di chi sta aprendo occhi e mente è sempre più vasto e pone, tra l’altro, un grosso problema di democrazia reale. La sensazione è di impotenza e frustrazione per il non ascolto di istanze vitali per la società, quali il rifiuto di guerre e del riarmo, il rispetto della sovranità territoriale, la difesa della salute e dell’ambiente.

In questi giorni, la pace è in forte pericolo. Le forze del profitto e della guerra hanno già deciso il futuro del pianeta, suddiviso in aree da immiserire progressivamente e da soggiogare. In questo quadro, l’Europa del Sud è condannata a essere prima avamposto per l’aggressione ai paesi del Medio Oriente e del Maghreb e successivamente oggetto di ulteriore militarizzazione per il dominio culturale definitivo sui popoli ridotti a miseria.

La Sua autorità, caro Papa Francesco, è forte. Abbiamo apprezzato il suo grido contro la guerra che scuote anche chi, nella Chiesa, è sordo ai venti della pace. Ci rivolgiamo a Lei perché noi, “credenti e non credenti”, siamo convinti che in questa terra possano vincere la vita e le forze del bene sull’oscurità del male e della guerra.

Per questo accogliamo il Suo invito a partecipare in piazza San Pietro alla giornata di digiuno e di preghiera di giorno 7 settembre. Siano le Sue parole di pace e speranza monito verso la politica e i piccoli uomini deboli e corrotti.

Grazie e un caro saluto fraterno”.

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