SAN PIETROBURGO, 6 SETTEMBRE 2013 – Nonostante si sia parlato da più parti di un incontro amichevole tra i presidenti Putin e Obama, le divergenze tra i due non si sarebbero sciolte lasciando intatto il rebus “intervento in Siria”.
Un incontro costruttivo, ma irrilevante ai fini di un accordo sulla misura d’intervento nella questione siriana. “Abbiamo parlato tutta la sera – ha detto il presidente russo Putin –. Io vorrei ricordare il messaggio del pontefice che si è detto contrario a un intervento militare. Noi aiuteremo la Siria e lo stiamo già facendo: inviamo armi, li aiutiamo economicamente e inviamo aiuti umanitari per i civili”.
Il presidente degli Stati Uniti ha ribadito invece la necessità di un intervento militare. Crede che lavorare con l’Onu è fondamentale, ma bisogna essere tempestivi nell’intervenire contro il regime di Assad che ha usato le armi chimiche. “Mosca si rifiuta di agire”, ha detto Obama nel corso del briefing odierno.
Per la prima volta, si è parlato della possibilità di usare velivoli francesi e americani in missioni contro bersagli specifici. Il Pentagono starebbe lavorando su una lista di potenziali bersagli: luoghi dove Assad avrebbe spostato le sue truppe responsabili dell’attacco chimico.
Ha parlato della questione siriana anche la cancelliera Angela Merkel. Secondo lei tutti i partecipanti del summit sono a favore di una soluzione politica e “sul fatto che una Ginevra II sarebbe molto utile”. La Turchia, invece, vuole attaccare. Anche il premier italiano, Enrico Letta, ha detto la sua: “La soluzione che preferiamo è quella politica”.
Nel frattempo, parte del personale americano del consolato Usa in Siria è stato evacuato e una nave da guerra russa è stata inviata in quella zona. Mosca ha già fatto sapere che è stata presentata all’agenzia internazionale per l’energia nucleare (Aiea), una richiesta di informazioni legata ai rischi nucleari di un attacco militare Usa in Siria.
Si deciderà martedì allora se intervenire o meno militarmente. Lo conferma il presidente francese Hollande che avrebbe confidato alla stampa che il “Congresso deciderà il 10 settembre”. Il presidente francese ha detto che a confidarglielo “è stato proprio Obama”.