TORINO, 4 SETTIMANA 2013 – Se l’immagine dell’Italia nel mondo è diventata più moderna e al passo coi tempi lo deve anche al Salone del Gusto e Terra Madre, la grande manifestazione dedicata al cibo che dal 2006 si tiene ogni due anni a Torino.
L’iniziativa ha assunto proporzioni e qualità tali da poter essere considerata ”un vanto di Torino e dell’Italia a livello mondiale”. Lo hanno sottolineato oggi il sindaco di Torino, Piero Fassino, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e il presidente di Slow Food, Roberto Burdese, commentando i dati emersi da una ricerca voluta dalla Camera di Commercio sull’impatto che la manifestazione ha avuto nel 2013 in termini economici e ambientali, ma anche di immagine a livello internazionale.
”Il tema del gusto e dell’alimentazione – ha detto Fassino – è strategico per Torino e per il Piemonte, e ha ricadute importanti a livello nazionale. Carlin Petrini e Slow Food sono la punta di diamante di una cultura del benessere che oggi non è più di nicchia. Mangiare e bere bene non è più solo un dato culturale, ma rappresenta una voce di mercato che è ad un tempo culturale, economico e sociale e riguarda tutta l’Italia”.
La ricerca condotta sul Salone 2013 ha ”misurato” l’impatto avuto dalla manifestazione. ”E credo che abbiamo fatto molto bene a ‘misurare’ il ritorno dell’iniziativa – ha sottolineato Cota -. Perché viene certificato, dati alla mano, che il Salone del Gusto non solo rispecchia la vocazione di un territorio, ma riesce a ‘fare sistema’ con le realtà produttive di quel territorio, generando economia”.
Dalla ricerca sono emersi, in particolare, due dati: da un lato il Salone del Gusto e Terra Madre hanno generato solo su Torino 9,2 milioni di euro; dall’altro secondo gli esperti hanno prodotto in termini di immagine, a livello nazionale e internazionale, una ricaduta del valore di 31 milioni di euro. Senza contare poi l’impatto che il Salone ha avuto sulla capacità del territorio non solo piemontese di ‘fare sistema’.
Nel 2006, quando il salone è nato, era quasi un fenomeno di nicchia. Oggi può contare su 17 partner e su 22 realtà produttive impegnate dentro e intorno al salone. ”Alcune – ha detto il presidente di Slow Food, Burdese – arrivano da Napoli e sono impegnate nella eco-sostenibilità. Altre nell’energia. Altre negli imballaggi. È questo che intendiamo quando parliamo di ‘fare sistema”’. ”È chiaro però – ha precisato Cota, riferendosi ai tagli dello Stato agli Enti locali – che per questo motore bellissimo serve benzina. Se il motore gira bene, come abbiamo visto, tutti hanno da beneficiarne, non solo il Piemonte”.