Categorie: Dal mondo

Siria, le ore più difficili del Comandante Obama

WASHINGTON, 2 SETTEMBRE 2013 – Sono ore difficili per Barack Obama dopo la decisione di chiamare al voto il Congresso americano sull’eventuale intervento militare contro la Siria.

 

Da Damasco arriva una raffica di commenti dei vertici siriani che screditano gli Stati Uniti e il suo leader. Il vice premier siriano Qadri Jamil ha dichiarato che la decisione di Obama è merito della Siria mentre l’ambasciatore all’Onu Bashar al Jafari parla di un Obama che si è “arrampicato fino alla cima dell’albero e adesso non sa come scenderne”.

 

I ribelli invece temono che la decisione del “comandante in capo” possa rafforzare il regime di Assad. Ma al di là del sarcasmo siriano, il presidente degli Stati uniti è impegnato su due fronti: convincere i parlamentari della necessità di un attacco e trovare nuovi alleati oltre a Francia e Turchia, al massimo entro la fine del G20 del 5 e 6 settembre prossimi.

 

Il vicepresidente John Kerry, in una serie di interviste televisive, ha affermato che l’intelligence ha “le prove dell’uso di gas Sarin”, un tipo di arma chimica che solo i militari di Bashar al Assad posseggono. Tracce di Sarin sono state trovate nei campioni prelevati dai capelli e dai vestiti dei soccorritori. Kerry si è detto sicuro che il Congresso voterà si, paragonando Assad a Hitler e Saddam Hussein, ma i primi segnali non sono incoraggianti.

 

Anche alcuni senatori democratici tornati precipitosamente dalle vacanze hanno giudicato “troppo vago per essere discusso” il documento trasmesso dall’Amministrazione ai parlamentari. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha definito “non convincenti” le prove del governo americano.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

Condividi
Pubblicato da
Redazione
Tags: AssadBarack obamaguerra in siriaSiria