LONDRA, 30 AGOSTO 2013 – Gli Stati Uniti da stanotte sono più soli nell’invocare un intervento militare in Siria dopo il presunto uso di armi chimiche del regime di Assad. Il parlamento britannico ha bocciato nettamente la mozione del governo a sostegno dell’intervento con 285 voti contrari e 272 a favore.
Cameron ha preso atto della decisione che dice no al coinvolgimento britannico anche nel caso di una risoluzione delle Nazioni Unite. Fonti diplomatiche citate dal Daily Telegraph definiscono “lividi” gli americani dopo la decisione di Londra. Ed anche Francois Hollande, che ieri ha incontrato il nostro ministro degli Esteri Emma Bonino, esprime maggiore cautela verso l’opzione militare.
Intanto l’ennesima riunione dei cinque membri permanenti dell’Onu finisce con un nulla di fatto dopo appena 45 minuti con la Russia che conferma il suo no ad una risoluzione favorevole all’intervento armato mentre Barack Obama ha trasmesso al parlamento statunitense le prove raccolte dall’intelligence sul coinvolgimento di Assad nell’attacco con armi chimiche del 21 agosto scorso. Ci sarebbero anche intercettazioni telefoniche di colloqui fra generali dell’esercito siriano. A questo punto il presidente Usa potrebbe decidere per un attacco mirato e di breve durata da compiere solo dopo il rientro da Damasco degli ispettori Onu previsto per domani.
Ma le dichiarazioni ufficiali della Casa Bianca sono improntate alla prudenza: “Ogni decisione sarà presa nell’interesse degli Stati Uniti, siamo ancora alla ricerca di una coalizione che appoggi un eventuale intervento”. Mentre si continua a essere in bilico fra diplomazia e intervento militare la popolazione siriana è allo stremo e iniziano a scarseggiare anche i medicinali.