PALERMO, 29 AGOSTO 2013 – A 22 anni di distanza dall’uccisione di Libero Grassi, l’imprenditore antiracket ucciso per essersi ribellato al “pizzo”, Confindustria chiede scusa ai familiari. A fare autocritica per la condizione di isolamento in cui Grassi fu lasciato, sottolineando tuttavia i passi in avanti che da allora sono stati fatti, è il leader di Confindustria Sicilia Antonello Montante.
Montante oggi ha partecipato a Palermo alla commemorazione dell’imprenditore ucciso dalla mafia. “Rispetto a 22 anni fa – ha osservato Montante – c’è stato un movimento di coscienza. Tantissimo è cambiato, ma tanto c’è ancora da fare”.
In un cartello, sistemato dalla figlia dell’imprenditore ucciso, Alice Grassi si legge: “Qui è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato”.
“Ho chiesto scusa alla famiglia Grassi – dice Montante -. Ho letto i verbali di Confindustria dell’epoca e mi sono indignato e vergognato per l’atteggiamento che l’associazione degli industriali assunse nei confronti di Grassi. Noi abbiamo modificato il nostro codice etico per emarginare chi non denuncia e liberare dal gioco mafioso le imprese sane”. Montante ha infine ricordato che in qualità di presidente della Camera di commercio di Caltanissetta ha firmato la prima delibera in Italia per sostenere le imprese vessate dalle banche. ”Un fenomeno – ha sottolineato – molto diffuso”.
“Tanto è stato fatto e tanto è cambiato nella lotta al racket – ha aggiunto Montante, intervenendo in Prefettura alla presentazione di una banca dati sui processi penali fatta all’interno del Pon Sicurezza – . Ci stiamo però preoccupando per un ritorno del fenomeno e presenteremo un esposto in Procura perché c’è qualcosa che sta cambiando in negativo. La mafia sta puntando nuovamente sul pizzo in tutta la Sicilia”.
“Le parole della figlia di Riina – dice Montante – confermano che la mafia si sta riorganizzando. Sta rialzando la testa. C’è una forte preoccupazione – ha continuato – . Purtroppo ci arrivano forti segnali che c’è una mafia che si sta rialzando e delegittima chi lavora per denunciare”.
“La mafia corre più dello Stato – ha detto ancora Montante – , ha più soldi e più liquidità e riesce ad incanalarsi sui sentieri della legalità. Ultimamente sento parlare dopo trent’anni di professionisti dell’antimafia, ma non esistono più, oggi c’è chi denuncia, c’è Addiopizzo, c’è Confindustria, Libero futuro, c’è la Fai. Oggi si combatte con fatti concreti. Ma come si fa a seguire l’evoluzione dell’organizzazione mafiosa? Bisogna mettersi insieme ed analizzare i fatti. Come Confindustria cerchiamo di far capire che non è conveniente stare dalla parte di chi distorce il mercato, siamo per il libero mercato”.
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