PALERMO, 22 AGOSTO 2013 – La maggioranza che sostiene Rosario Crocetta continua a vivere un agosto caldo e pieno di sinistri scricchiolii con il ddl antiparentopoli preso sempre più a pretesto dagli alleati per lanciarsi segnali e avvertimenti.
Oggi ad aprire il fronte di polemica contro l’Udc è stato Marco Forzese, dei Democratici riformisti per la Sicilia. “Non definirei più un alleato di questo governo regionale l’Udc di D’Alia e Ardizzone, dopo le prese di distanza da Rosario Crocetta con il pretesto della legge antiparentopoli impugnata. Sembra proprio che i due se ne stiano, come nel proverbio cinese, ai bordi del fiume in attesa del cadavere del governo”.
Forzese continua chiedendo apertamente una verifica visto che l’Udc “a mani piene si trova dentro il governo Crocetta con tre assessori, che a questo punto sarebbe meglio ritirare o revocare. D’Alia e Ardizzone da mesi – aggiunge – non fanno altro che esercitarsi in un tiro al piccione che non è più tollerabile. Non solo diventa cogente un rimpasto alla Regione, ma è anche necessario verificare l’incompatibilità dell’Udc con il governo Crocetta. Per noi Drs è utile ed improcrastinabile aprire subito una verifica politica”.
La risposta non tarda che pochi minuti: “Sono sorprendenti e fuori luogo – affermano i deputati Alice Anselmo e Gianluca Miccichè componenti Udc della prima commissione Ars – le affermazioni dell’onorevole Marco Forzese che, evidentemente, dimentica di ricoprire, oltre al ruolo politico di responsabile regionale dei Democratici riformisti per la Sicilia, anche quello istituzionale di presidente della prima commissione dell’Ars”.
“Più che lanciare anatemi contro l’Udc – continuano Anselmo e Miccichè – Forzese farebbe bene a recitare un profondo mea culpa per l’atteggiamento ondivago tenuto in aula durante la discussione del ddl antiparentopoli. Le dichiarazioni di Forzese sembrano dettate più da compiacenza politica che dalla reale convinzione di contribuire alle necessarie innovazioni legislative”.