PALERMO, 18 AGOSTO 2013 – La crisi in Egitto rischia di far scattare una migrazione di massa che vedrà l’Italia e in particolare la Sicilia al centro di un’emergenza ben più grave di quella vissuta nelle ultime ore.
L’allarme viene da due ministri del Governo Letta che ribadiscono la necessità di una piena assunzione di responsabilità dell’Unione Europea. In un’intervista al Mattino il ministro della Difesa Mario Mauro sottolinea il momento ”critico” sia in Siria che in Egitto: “potrebbe tornare un fenomeno migratorio come fuga verso la speranza con un aumento del numero dei rifugiati politici”.
Inoltre Mauro spiega che “una guerra civile nel cuore del Mediterraneo destabilizzerebbe tutta l’area euro-mediterranea con conseguenze gravissime. È da scongiurare a qualunque costo l’effetto-mosaico in tutti i Paesi mediterranei reduci dalle cosiddette primavere arabe”.
Il ministro chiama in causa l’Ue: “La strada della diplomazia è da percorrere con decisione e autorevolezza: l’Europa deve dire subito al governo egiziano di sospendere il conflitto che rischia di trasformarsi in una guerra civile. L’Europa si assuma le sue responsabilità politiche anche in previsione di una forte ripresa dei flussi migratori, stante l’acuirsi delle crisi nell’area afro-mediterranea”.
Che gli scontri in Egitto porteranno a un’impennata dell’immigrazione verso l’Italia è anche l’opinione del ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, che in un’intervista al Quotidiano Nazionale ricorda che “Nell’ultimo anno sono arrivati in Italia 24mila migranti, un terzo dei quali solo negli ultimi quaranta giorni. Dopo quelle in Libia e in Siria, le violenze in Egitto spingeranno molte persone a scappare alla ricerca di un futuro”.
Per questo, secondo il Ministro “è necessario rivedere le procedure fissate dalla Convenzione di Dublino in base alle quali si può chiedere asilo solo nel Paese dove si è sbarcati. Occorre dare attuazione alla direttiva europea del 2011 che stabilisce che quando ci sono emergenze umanitarie è l’Europa e non i singoli stati a ricevere i profughi”.
Per Cecile Kyenge l’immigrazione può anche diventare una opportunità se viene gestita “con intelligenza evitando di creare dei ghetti. Penso ad uno ius soli temperato, per questo ho presentato un disegno di legge per riconoscere la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori che risiedono qui da almeno cinque anni, o a chi è nato altrove ma ha frequentato il primo ciclo scolastico nel nostro Paese”.
Intanto la Sicilia continua a ricevere un flusso continuo di migranti e tutti centri di accoglienza sono in piena emergenza. Uno sforzo umanitario che appare sempre più impossibile venga gestito soltanto dall’Italia.