PALERMO, 16 AGOSTO 2013 – Un ospedale da record: è il Maria Eleonora Hospital di Palermo che si piazza al primo posto fra i presidi ospedalieri italiani come indice di mortalità nei trenta giorni successivi all’intervento di bypass aortocoronarico.
Il dato emerge dalla studio sugli ospedali italiani realizzato dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari in collaborazione con il Ministero della Salute. Un’analisi approfondita che serve a fare una fotografia fedele delle eccellenze e delle criticità del sistema sanitario nazionale, anche se l’Agenas preferisce non usare il termine di pagelle o di classifiche.
Una notizia positiva che dà lustro a un sistema sanitario regionale che negli ultimi anni, dopo avere ripianato il mostruoso deficit, sta faticosamente scrollandosi di dosso alcune “maglie nere” in settori importanti ma che ancora è lontano dagli esempi più virtuosi nazionali.
La struttura palermitana, insieme al “Mazzini” di Teramo, ha fatto registrare lo 0,5 per cento di decessi nei trenta giorni successivi all’intervento (la media nazionale è di 2,5) che consiste nella sostituzione di un tratto di arteria coronarica ostruita con un segmento alternativo di arteria o vena.
Maria Eleonora Hospital è una casa di cura accreditata per la cardiochirurgia fin dal 1994. In questi anni ha rappresentato un punto di riferimento per i pazienti della Sicilia occidentale. Oltre ad interventi cardiochirurgici si eseguono procedure di emodinamica diagnostica ed interventistica, aritmologia e chirurgia vascolare.
Gli interventi più eseguiti sono nell’ordine: chirurgia coronarica, il cosiddetto by pass coronarico che ha fruttato alla clinica il primo posto in classifica, chirurgia valvolare, mitralica ed aortica, chirurgia dell’aorta, trattamento della fibrillazione atriale. Attualmente l’equipe chirurgica è composta da Giuseppe Bianco, Khalil Fattouch ed Emerigo Ballo (Vincenzo Argano che faceva parte dell’equipe si è dimesso a fine 2012).
Recentemente sono state introdotte nuove tecniche chirurgiche tra le quali la chirurgia con approccio “mini invasivo” per il trattamento della patologia della valvola mitralica e della valvola aortica. Nel 2012 sono stati eseguiti circa 700 interventi cardiochirurgici dei quali la metà circa rappresentati dal by pass coronarico.