In cento abbandonati in mare da una “nave madre”: la ricostruzione della tragedia di Catania, due fermi

di Redazione

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In cento abbandonati in mare da una “nave madre”: la ricostruzione della tragedia di Catania, due fermi

| domenica 11 Agosto 2013 - 08:58

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CATANIA, 11 AGOSTO 2013 – Erano un centinaio, erano salpati circa sette giorni fa dal nord dell’Egitto a bordo di una ‘nave madre’, probabilmente un grosso mercantile, che li ha portati al largo della Sicilia. Poi sono stati fatti salire sul piccolo e vecchio peschereccio che trainavano.

 

Il natante per oltre 24 ore ha seguito la ‘nave madre’, poi è stato lasciato da solo per circa 36 ore in mare, prima di arenarsi davanti il lungomare della Plaia. È la ricostruzione della rotta dello sbarco di ieri a Catania, in cui sono morti annegati a poche decine di metri dalla riva sei migranti. La barca su cui viaggiavano è arrivata fino al Golfo di Catania e si è poi arenata su una ‘secca’ davanti al lido Verde del lungomare della Plaia. Oltre alle sei vittime, sull’imbarcazione c’erano altre 94 persone, tutte soccorse e rifocillate una volta sbarcate.

 

Gli investigatori ritengono attendibile la ricostruzione fornita dagli stessi naufraghi, suffragata anche “dalle non cattive condizioni di salute” degli extracomunitari che sarebbero rimasti senza alimenti e bevande nelle ultime 12 ore.

 

Con loro sul peschereccio c’erano anche cinque persone componenti l’equipaggio: tre scafisti, che sono fuggiti subito dopo l’approdo insieme ad altri migranti, e due egiziani minorenni, di 16 e 17 anni, che svolgevano il ruolo di vivandieri, che sono stati fermati da carabinieri e polizia con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I due fermati si trovano al Centro di Prima Accoglienza del Tribunale per i Minorenni di Catania, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni e sono supportati da un mediatore culturale egiziano e dagli educatori sociali. 

 

Intanto sono state identificate le sei vittime del tragico sbarco di immigrati avvenuto ieri a Catania. Sono tutti giovani egiziani di età compresa tra i 17 e 27 anni. Gli esami medici hanno confermato che sono morti per annegamento. Uno di loro, minorenne, avrebbe compiuto 18 anni il prossimo 25 agosto. 

 

L’ipotesi di una nave madre era già stata avanzata dal procuratore di Catania, Giovanni Salvi in un in un’intervista all’Avvenire. “Arrivare con una nave ‘madre’ fino alla costa siciliana senza, quindi, fermarsi a Lampedusa, e poi trasbordare le persone su barche più piccole, vuol dire certamente avere un’organizzazione”, aveva già detto il procuratore sottolineando che “bisogna essere capaci di superare il sistema di sorveglianza. Ci sono già molte indagini che dimostrano contatti anche con organizzazioni criminali locali che lucrano su questo che è ormai un traffico molto significativo”.

 

“C’è sicuramente anche un ruolo di basisti italiani – aggiunge Salvi – . Ancora non sappiamo se in questo caso, ma nel passato ce ne sono stati”e su un eventuale collegamento con la mafia, chiarisce: “Sono emersi alcuni elementi di collegamento”.

 

Sulla dinamica del dramma racconta: “Gli immigrati sono stati ingannati dal fatto che il barcone si è incagliato su una secca a una decina di metri dalla riva. Hanno pensato di essere arrivati mentre dopo pochi passi c’era un avvallamento e quindi chi non sapeva nuotare è caduto in questa trappola”.

 

Quarantadue dei migranti giunti ieri sono adesso ospitati nella scuola Andrea Doria, in via Case Sante. “Il Comune – ha spiegato l’assessore Valentina Scialfa – ha trovato questa sistemazione, giudicata migliore rispetto a quella della scuola Brancati di Librino ipotizzata in un primo momento. Siamo in stretto coordinamento con Prefettura e Questura. Anche oggi stiamo continuando a supportare il lavoro di coloro i quali collaborano al benessere ai nostri ospiti. Ad assicurare i pasti è l’Azienda ospedaliera Cannizzaro, la Multiservizi, con due turni, garantisce la costante pulizia dei locali, numerose associazioni di volontariato si sono messe a disposizione per assicurare vestiario e generi di conforto e comunque per dare una mano”.

 

Fra i migranti sbarcati, anche un bambino di sette mesi ricoverato e dimesso poche ore dopo un controllo nell’ospedale Garibaldi di Catania è apparso ai medici in buone condizioni di salute: paffuto e non mostrava segni di sofferenza fisica, ma soltanto una non grave disidratazione. Il bambino è stato riconsegnato già ieri ai suoi genitori.

 

A Catania giovedì 14 agosto sarà lutto cittadino, lo ha proclamato il sindaco Enzo Bianco. Intanto oggi è stato riaperto il Lido Verde . Lo stabilimento balneare ospita i clienti, ma senza musica e attività ricreative. “Si cerca di tornare piano piano alla normalità – spiega il proprietario, Dario Monteforte – . È una regola di buon senso. Chiudere anche oggi sarebbe stata un forzatura”.

 

Questa mattina al lido si è recata a una ragazza che ha portato dei fiori sulla battigia dove si trovavano i cadaveri dei migranti. Ha recitato una preghiera e poi ha gettato il mazzo in mare. 

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