CATANIA, 10 AGOSTO 2013 – “Un momento di lutto per la nostra città”. Così il sindaco di Catania ha commentato la morte dei sei migranti sulla spiaggia della Plaia.
“Catania – ha detto – non era stata, fino adesso, meta di sbarchi e dovremo attrezzarci per affrontare anche questo tipo di emergenza, che è locale, nazionale ed europea. Senza contare che il tema della migrazione, tra accoglienza e controllo, riguarda anche il rapporto di cooperazione con gli altri Paesi del Mediterraneo”.
“L’intera giunta – ha detto ancora il sindaco – ha lavorato fin dalle prime ore del mattino per fronteggiare la situazione e offrire soluzioni per la sistemazione e l’assistenza dei migranti, monitorando la situazione dei feriti. Personalmente, già martedì prossimo a Palazzo degli elefanti parlerò anche di questi temi con il nuovo Prefetto di Catania, Maria Guia Federico. Ringraziamo fin d’ora la Prefettura, intervenuta con prontezza ed efficacia, coordinando il lavoro di Protezione civile Guardia Costiera, Forze dell’Ordine, 118″.
“Deve far riflettere poi – ha aggiunto Bianco – il fatto che, mentre grandi navi da crociera giungevano nel porto facendo sbarcare oltre diecimila turisti, un centinaio di persone a bordo di un barcone cercava di approdare sulle nostre coste con la speranza di una vita migliore. Ciò significa che dobbiamo lavorare perché Catania, mutata da terra di emigrazione in terra di immigrazione, diventi sempre di più città dell’accoglienza, della condivisione, della pacifica coesistenza tra etnie e religioni”.
Il sindaco ha proclamato una giornata di lutto cittadino per il 14 agosto. Nella giornata di mercoledì le bandiere della Repubblica italiana e dell’Unione europea degli uffici pubblici saranno esposte a mezz’asta e saranno sospese tutte le manifestazioni pubbliche. La scelta è ricaduta su mercoledì “anche per avere il tempo di organizzare eventuali funerali”.
La procedura prevede infatti che, una volta identificate le vittime, vengano avvisati i familiari che potrebbero richiedere le salme per procedere loro, in patria, con i riti funebri. In caso contrario il Comune di Catania si farebbe carico delle funzioni, celebrate secondo i riti della religione d’appartenenza, e della sepoltura.