PALERMO, 6 AGOSTO 2013 – Annuncia querele e addita la stampa. Anche oggi il governatore Rosario Crocetta ingaggia un braccio di ferro con i giornalisti.
”Purtroppo l’atmosfera di tensione in Sicilia è alimentata anche da alcuni giornalisti che forse vogliono sostenere che la mafia che io denuncio non esiste e deve continuare a non esistere. La mafia non è uno scherzetto. Non accetto lo sfottò e la strumentalizzazione di alcune mie frasi completamente fraintese da certa stampa”, ha detto Crocetta a margine della conferenza stampa sull’intimidazione al commissario dell’Irsap Alfonso Cicero.
Pronta la replica dell’Assostampa Sicilia: “Se Crocetta ha davvero il coraggio di andare fino in fondo nella lotta alla mafia, senza fare proclami e lanciare accuse generiche e demagogiche, faccia i nomi dei giornalisti e delle testate che, secondo lui, ‘giocano sporco nella lotta alla mafia’. Altrimenti taccia. Se, invece, come è più probabile – conclude la nota dell’organizzazione sindacale dei giornalisti – il problema è di non accettare alcun tipo di critica o di ironia allora sarebbe più utile un corso accelerato di democrazia”.
Al governatore risponde anche l’Ordine dei Giornalisti: “Finalmente è tutto chiaro – scrive il presidente, Riccardo Arena – : Rosario Crocetta non si fida dei giornalisti in generale ed è forse questo il motivo per cui il presidente della Regione continua a dilettarsi nel giornalismo-fai-da-te, esercitando abusivamente il nostro mestiere. Quando però si parla di giornalismo siciliano e mafia, non accettiamo lezioni da nessuno, men che meno da Crocetta: contiamo otto morti per mano di Cosa nostra e il signor governatore non può permettersi di continuare a calpestare i nostri diritti, di sparare nel mucchio, di preannunciare dossier contro chi scrive cose che non gradisce, di fare improponibili chiamate alle armi, della serie ‘o con me o contro di me, e chi non sta con me e’ ovviamente mafioso’. “La stampa sta dov’è sempre stata – aggiuge Arena -, dalla parte delle notizie e dei lettori, e non si fa condizionare dai proclami e dai ricatti morali del presidente della Regione. Se Crocetta ha proprio qualcosa da dire, faccia nomi e cognomi”.