ENNA, 5 AGOSTO 2013 – Una donna di Gangi, in provincia di Palermo, è morta questa notte dopo un cesareo d’urgenza, praticato all’ospedale Basilotta di Nicosia (in provincia di Enna), mentre stava per essere trasportata all’ospedale di Sciacca, nell’Agrigentino.
Dopo l’intervento, praticato con il bimbo nato già morto, sarebbero intervenute gravi complicazioni, chiamate in gergo medico coagulazione intravasale disseminata: necessario quindi trasferire la donna, Antonina Seminara, dall’ospedale di Nicosia, che non dispone di un reparto di rianimazione. I medici hanno immediatamente chiesto l’intervento di un elicottero del 118 ma il mezzo che doveva arrivare da Caltanissetta sarebbe rimasto bloccato da un guasto.
A quel punto sarebbe stato chiesto l’intervento dei carabinieri per reperire un altro elicottero che alla fine è arrivato da Palermo. Nell’attesa la donna è rimasta nell’ambulanza che doveva trasportarla alla pista di atterraggio del 118, a circa tre chilometri dall’ospedale, ma comunque sotto costante monitoraggio, come precisano i medici.
I familiari della donna hanno presentato denuncia ai carabinieri di Nicosia che hanno aperto un fascicolo, trasmesso alla Procura di Nicosia, e acquisito testimonianze e documentazione medica. L’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, ha intanto chiesto una relazione urgente sull’accaduto alle direzioni sanitarie degli ospedali di Nicosia e di Sciacca ed alla centrale operativa del 118, per accertare eventuali responsabilità.
Un’interrogazione è stata presentata all’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino dal deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli: “Occorre – dice – accertare tutte le responsabilità e verificare se ci sono stati ritardi o errori imputabili ai servizi o alle strutture sanitarie siciliane. Sta di fatto che questa tragica vicenda ci invita tutti a riflettere, ancora una volta, sull’importanza dei punti nascita soprattutto nelle aree marginali della Sicilia distanti dalle grandi strutture ospedaliere. Per questo ribadisco il mio no – conclude Ferrandelli – alla chiusura del punto nascita di Petralia Sottana e di tutte quelle aree marginali molto distanti dalle grandi strutture ospedaliere siciliane”.
“I casi di coagulazione intravasale disseminata o C.I.D. possono accadere sia quando si fa un parto cesareo sia quando si dà alla luce un bambino naturalmente. La cosa importante da fare è reintegrare immediatamente la perdita copiosa di sangue, e nel caso in presenza di emorragia, portare la paziente in una struttura con terapia intensiva”. Così spiega il professor Marco Bonito, primario dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma. “È un forte shock emorragico che innesca un meccanismo di coagulazione intravascolare di depositi di fibrina, che se non bloccato può provocare la morte del paziente”, precisa il professore sottolineando che in questi casi si sarebbe dovuto intervenire in una prima fase con farmaci volti a bloccare emorragia e successivamente con terapia chirurgica e con controllo in terapia intensiva. “Ma naturalmente – conclude il ginecologo- ogni caso va valutato singolarmente”.