PALERMO, 2 AGOSTO 2013 – “Qualcuno si è accaparrato dei terreni della riforma agraria siciliana che appartenevano all’Esa ed erano stati assegnati ai contadini”. È questa la denuncia del governatore Crocetta che ha annunciato di aver presentato un esposto alla Procura di Messina.
“Questa vicenda – ha spiegato Crocetta – nasce quando Francesco Calanna, commissario dell’Esa, chiede un parere all’avvocatura dello Stato di Catania sulle iniziative da prendere su una singolare situazione. Il 24 maggio 2011 il signor Carmelo Scavo Bontempo di Tortorici, avvocato, va da un notaio, Salvatore Alioto, ed effettua un atto di vendita di una proprietà”.
“Bontempo Scavo, mai condannato per mafia – ha aggiunto il presidente della Regione – ma con parenti finiti in numerose inchieste per criminalità organizzata, vende a Placido Galvagno un fondo rustico a Carlentini di 129 ettari. Il problema è che questi sono terreni dell’Esa assegnati a una ventina di contadini all’interno della riforma agraria e non possono essere venduti”.
I terreni in questione, 120 mila ettari, erano stati affidati con la riforma agraria ad alcuni contadini che li avrebbero dovuto coltivare. Al notaio, Scavo avrebbe detto di avere acquisito questi terreni per usucapione, anche se i terreni demaniali non possono essere ottenuti in questa maniera.
“Il fondo – ha reso noto il Governatore – è stato venduto per 350 mila euro, quando invece è stimato in 13 milioni di euro. Bontempo Scavo dice di avere già ricevuto 300 mila euro in varie forme e incassa solo diecimila euro da Galvagno, che si impegna a dare in seguito gli altri 40 mila. Una vicenda piuttosto singolare”.
Crocetta ha annunciato che questo non è l’unico caso di vendita di terreni demaniali, saranno investite quasi tutte le Procure antimafia della regione. “È come Totò che vende la fontana di Trevi”, ha concluso Calanna.
“L’iniziativa del presidente Crocetta per recuperare i terreni demaniali venduti illegalmente è meritoria, coraggiosa e costituisce un altro passo per l’affermazione della legalità nella nostra Regione”, dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia. “Rivolgiamo – caoncluso – un invito a tutti i sindaci, ai commissari delle Province e a chi ha responsabilità in enti pubblici a fare le loro verifiche e a collaborare per fare emergere altri casi simili o di occupazione illegale del demanio pubblico e dei beni comuni”.