USTICA (PA), 1 AGOSTO 2013 – Pochi farmaci a Ustica per sostenere le richieste nel periodo estivo. La denuncia arriva dal presidente di Federfarma Palermo-Utifarma, Roberto Tobia, ha chiesto al Prefetto “di convocare con urgenza tutte le istituzioni competenti per risolvere la grave emergenza farmaci che ha colpito l’isola di Ustica”.
Sulla questione, che investe tutte le isole minori della Sicilia, è impegnata anche Federfarma regionale con l’assessorato regionale alla Salute. “Da quando, nel 2012, un’ispezione dei carabinieri del Nas di Catania evidenziò che gli aliscafi veloci che svolgono il servizio di collegamento con le isole siciliane non sono abilitati al trasporto di farmaci – spiega Roberto Tobia – si è creato un problema serio che, nonostante l’impegno di Regione, Federfarma, sindaci e società di navigazione, ancora non è risolto perché si aspettano deroghe dai competenti ministeri”.
“La locale farmacia di Ustica – riferisce il presidente Tobia – da un anno viene rifornita solo attraverso spedizioni a bordo dell’unica corsa giornaliera della nave della Compagnia delle Isole, che è dotata di un ambiente idoneo. Ciò può soddisfare solo la normale richiesta di medicinali da parte degli isolani ma, nel periodo estivo, Ustica si riempie di turisti con esigenze di farmaci non usuali per i residenti e per il deposito, con richieste anche urgenti, alle quali la farmacia può fare fronte solo attendendo la successiva spedizione via nave”.
“L’Assessorato regionale alla Salute – prosegue il presidente provinciale di Federfarma – con la collaborazione degli altri Dipartimenti competenti, dopo numerose riunioni e conferenze dei servizi era riuscito ai primi di luglio a mettere tutti d’accordo e a predisporre un protocollo d’intesa per avviare un progetto sperimentale per tutte le isole minori, in base al quale i ministeri competenti si sarebbero impegnati ad autorizzare una deroga per il trasporto dei farmaci a bordo degli aliscafi veloci e Compagnia delle Isole e Ustica Lines avrebbero provveduto ad attrezzare idonei spazi sui loro mezzi. Il ministero delle Infrastrutture aveva dichiarato che avrebbe dato riscontro entro lo scorso 16 luglio, ma non lo ha fatto. Nel frattempo la situazione si fa sempre più rischiosa”.