PALERMO, 30 LUGLIO 2013 – Si scaglia contro la riforma delle Province del Governo Crocetta la Cgil siciliana. Mancano i fondi per gli stipendi dei lavoratori, che già da settembre potrebbero non essere pagati, e sono molte le scuole che potrebbero non riaprire, lasciando allo sbando migliaia di studenti.
“La riforma – ha detto Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia – può essere un’opportunità per sburocratizzare, decentrare compiti della regione, dare impulso allo sviluppo a partire dal territorio, migliorare alcuni servizi promuovendo economie di scala. Ma occorre avere le idee chiare sugli assetti e affrontare le criticità nei tempi più brevi evitando commissariamenti prolungati”.
Secondo i dati in possesso della Cgil, mancano 140 milioni di euro tra mancati trasferimenti dello Stato e tagli della Regione. A settembre gli stipendi dei lavoratori delle province siciliane e delle partecipate potrebbero essere a rischio, così come molti dei servizi erogati da questi enti. In pericolo soprattutto i licei linguistici provinciali, i licei musicali, le scuole per ottici, che potrebbero non riaprire dopo l’estate.
Tra i problemi da affrontare anche quello della ripartizione dei debiti delle Province, che tra residui passivi e mutui con la Cassa depositi e prestiti, ammontano a 2 miliardi.
Secondo Cgil e Fp, bisogna ad esempio evitare che il numero dei liberi consorzi di comuni superi quello delle attuali province. “Una eccessiva frammentazione- ha detto Beppe Citarrella, del centro studi della Cgil – a fronte di tre grandi città metropolitane renderebbe impossibili le economie di scala”.
Domani alle 11 è previsto un sit-in di protesta dei lavoratori degli enti davanti all’assessorato alle Autonomie locali per chiedere alla Regione l’apertura di un tavolo di confronto.
Sui rischi per l’anno scolastico, in particolare del liceo linguistico provinciale “Ninni Cassarà” avevano lanciato l’allarme anche il coordinatore provinciale di Sel Palermo, Simone Di Trapani, e la responsabile del settore “Saperi”, Valentina Amico: “Alla rapida decisione di abolire le Province non è seguita un altrettanto rapido e, soprattutto efficiente, adeguamento normativo che ovviasse ai prevedibili conseguenti disservizi. Non è accettabile che a pagare il prezzo di tale leggerezza siano migliaia di studenti siciliani”.