PALERMO, 29 LUGLIO 2013 – Sequestro da 8 milioni di euro a due imprenditori di Palermo che operano nel trasporto marittimo di merci, Gianni e Alfredo Barbaro. Sarebbero colpevoli di appropriazione indebita, riciclaggio, evasione fiscale, intestazione fittizia di beni e false fatturazioni.
L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza del capoluogo siciliano e denominata “Screen”, è stata eseguita anche a Roma e Milano. L’attività delle Fiamme Gialle ha preso le mosse dalle indagini svolte dal Fiod olandese, unità specializzata nel contrasto delle frodi finanziarie ed economiche, nei confronti di un’organizzazione (capeggiata da due imprenditori olandesi) che operava nei due Paesi e con interessi ramificati in diversi stati, tra cui le Isole Vergini Britanniche, Bahamas, Svizzera e Principato di Monaco. I due olandesi emettevano fatture per operazioni inesistenti, in accorso con società avente sede in paradisi fiscali, per permettere la fuoriuscita di capitali dai Paesi dove erano ubicate le società destinatarie delle fatture.
Proprio per i suoi risvolti transnazionali, l’inchiesta è coordinata da Eurojust (European Union’s Judicial Cooperation Unit), organo dell’Unione Europea con sede all’Aia. Fra i destinatari della fatture false, sono emerse due aziende palermitane (per importi di circa 12 milioni di euro) che avrebbero costituito all’estero riserve finanziarie occulte per 14 milioni, trasferiti su un conto corrente in una banca del Principato di Monaco, formalmente intestato a una società off-shore con sede nelle Bahamas. Le false fatture erano state emesse in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi: figuravano una falsa intermediazione da parte di una società olandese, una simulata joint-venture e un appalto per la costruzione di 12 navi nei cantieri di una società coreana.
Nel dettaglio sono tre i sistemi con cui questo meccanismo è stato concretamente realizzato. Con il primo, in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi da parte di una delle imprese palermitane, è stata fatta figurare una falsa intermediazione da parte di una società olandese che, per questo, ha emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti della prima per circa 3 milioni e 400 mila euro, effettivamente incassati ma poi trasferiti, in virtù di un simulato accordo di agenzia, sul conto corrente di una società bahamense, risultata essere di fatto nella disponibilità delle imprese siciliane.
Con il secondo sistema, la stessa società olandese ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 10 milioni di euro nei confronti delle società palermitane in relazione a una simulata joint-venture, che prevedeva la condivisione al 50% degli utili e delle perdite relativi alla gestione commerciale di tre navi date in noleggio dalle stesse società siciliane; anche in questo caso, in virtù di un simulato accordo di agenzia, la società olandese, una volta ricevuta la somma di denaro, l’ha poi trasferita sul conto intestato alla stessa società off-shore acceso presso la medesima banca monegasca.
Nel terzo sistema infine, alcune società olandesi si sono fittiziamente inserite, sempre mediante fatture per operazioni inesistenti, nei lavori connessi ad un appalto per la costruzione di 12 navi presso i cantieri di una società coreana interamente eseguiti dalle imprese palermitane, incassando un milione e 300 mila euro a titolo di benefits da terze imprese fornitrici di servizi, che invece dovevano essere corrisposti alle società italiane. Anche in questo caso le somme incassate sono state poi girate sul conto corrente della società delle Bahamas di fatto riconducibile alle imprese nazionali.
Le risultanze investigative sono state supportate, tra l’altro, dagli accertamenti effettuati nell’ambito di una rogatoria internazionale effettuata in Svizzera da parte dei magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, con il supporto dei finanzieri, presso un professionista elvetico che ha curato gli interessi delle imprese siciliane nella costituzione della società caraibica con sede nelle Bahamas.
I reati contestati ai responsabili delle società olandesi e palermitane vanno dall’appropriazione indebita, al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, nonché all’emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. La valenza del consistente quadro probatorio portato a conoscenza dell’Autorità Giudiziaria, ha permesso ai magistrati titolari del fascicolo processuale di disporre d’urgenza la misura cautelare del sequestro preventivo per un valore di oltre 8 milioni di euro, eseguito dalla Guardia di Finanza su titoli di credito liquidabili di pari valore sottoscritti dai titolari delle imprese palermitane, i quali, preso atto degli elementi probatori acquisiti, li hanno messi a disposizione della stessa Autorità Giudiziaria. Il provvedimento è stato emesso dalla Pm di Palermo Claudia Bevilacqua e Calogero Ferrara e convalidato dal Gip, e ha riguardato il sequestro di titoli di credito.
L’operazione rappresenta uno dei più importanti casi concreti di effettivo coordinamento “sul campo” da parte di Eurojust e uno dei più significativi, finora, per numero di Stati interessati e per rilevanza della frode scoperta.