PALERMO, 28 LUGLIO 2013 – È stato freddato dalla mano della mafia 28 anni fa. Beppe Montana, allora dirigente della sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo, è stato ucciso mentre si trovava sulla spiaggia di Porticello, dopo che con il suo lavoro, aveva assicurato alla giustizia esponenti di spicco dei clan mafiosi.
Nel 1985, qualche giorno dopo, fu ucciso anche il suo capo, Ninni Cassarà, insieme all’agente Roberto Antiochia.
“Investigatore tenace e deciso – lo ricorda il presidente del Senato Pietro Grasso -, amico e stretto collaboratore del vice questore Antonino Ninni Cassarà, aveva diretto le operazioni che avevano portato agli arresti di molti boss mafiosi, comprendendo prima di altri che nessuno dei ricercati era lontano dal proprio quartiere, dai propri famigliari. Proprio per una violenta vendetta mafiosa è stato ucciso”.
“Beppe Montana – continua Grasso – era mosso dalla volontà di preservare dalla violenza criminale il nostro futuro, il futuro dei nostri figli. Ma il suo sacrificio, come quello di tanti altri, non è stato vano. Ha arricchito le nostre coscienze ed ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione della cultura della giustizia e della lotta al fenomeno mafioso. A tutti noi spetta il compito di investire le nostre migliori energie per proseguire questo cammino comune per la legalità”.
Il Presidente della commissione antimafia europea, Sonia Alfano, ricordando Montana ha dichiarato che “tutti dobbiamo essere orgogliosi di quei siciliani e quegli italiani che con il loro impegno hanno reso migliore questa terra”.
“Il ricordo di Giuseppe Montana, si celebra ogni giorno con il lavoro di quanti, in diversi ruoli, sono impegnati nella lotta al crimine organizzato”. Lo afferma in una nota il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “La realizzazione di percorsi di legalità, che intrecciano la libertà e la volontà di una terra, di crescere senza condizionamenti mafiosi, ha determinato spesso tributi di morte – prosegue Alfano -. Ma la morte di coloro che hanno contribuito alla costruzione di questi percorsi resta una luminosa testimonianza e trasmette, ancora oggi, la forza e il coraggio necessari per proseguire questo cammino. Tra questi, brilla la figura di Giuseppe Montana”.
In memoria di Beppe Montana, di Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, il 6 agosto verrà deposta una corona di fiori sulla lapide che ne ricorda il sacrificio.