PALERMO, 29 LUGLIO 2013 – Era il 1983 quando una Fiat 127 esplose in via Pipitone Federico a Palermo, azionata dalla mano di Antonino Madonia per conto di Cosa nostra. A perdere la vita il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico Stefano Li Sacchi.
In una delle sue ultime interviste, Chinnici aveva detto: “La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un Magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare”.
Chinnici è entrato in Magistratura nel 1952 al Tribunale di Trapani. Nel novembre 1979, già magistrato di Cassazione, fu stato promosso Consigliere Istruttore presso il Tribunale di Palermo. È in questo periodo che nasce l’idea di istituire un pool antimafia. Fu lui che chiamò accanto a sé Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Le manifestazioni proseguiranno di pomeriggio a Partanna, dove Chinnici fu pretore, all’inizio della carriera (dal 1954), per dodici anni. In piazza Umberto I, alle ore 18.00, su iniziativa del Comune trapanese, avverrà la deposizione di corone sul bifrontale dedicato al giudice, nel piazzale antistante gli uffici giudiziari.