PALERMO, 23 LUGLIO 2013 – Lettera aperta ai parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana per salvare la Targa Florio, manifestazione in programma dal 26 al 29 settembre, che rischia l’annullamento.
Dario Pennica, presidente dell’associazione “ProTarga n.100” e direttore responsabile della rivista “Sicilia Motori”, ha preso carta e penna per informare i deputati della circoscrizione di Palermo, e per conoscenza il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, del “pericolo di annullamento” della competizione sportiva, “perché priva delle indispensabili risorse economiche”.
“Mi rivolgo a voi – scrive Pennica – sicuro di interpretare il pensiero degli appassionati e cultori palermitani e siciliani della Targa Florio. Per salvarla però sarebbe sufficiente che all’organizzatore (l’Automobile Club Palermo), venissero erogati i 90 mila euro già previsti nella ‘famosa’ Tabella H. Attualmente bloccata per i noti provvedimenti”.
“Entro il prossimo 31 luglio – continua Pennica – l’AC Palermo dovrà comunicare alla Federazione la conferma o l’annullamento della competizione. E non essendo possibile un rinvio essa perderà l’attuale titolarità per il massimo campionato italiano della specialità. E chissà se poi un giorno sarà possibile recuperarla.
“Sarebbe come chiudere un museo o lasciar crollare un monumento – conclude – perché la Targa Florio non è solo una corsa – anzi la corsa più antica del mondo ma un vero e proprio patrimonio storico e culturale della Sicilia”.
“Tutti noi – puntualizza Pennica – comprendiamo e condividiamo le preoccupazioni principali per emergenze di maggiore e generale interesse. Il lavoro e gli indispensabili servizi sociali in particolare. Ma con questa non si stanno chiedendo risorse economiche tolte ad altre e più importanti necessità, bensì di impegnare ed erogare una somma già prevista nel bilancio 2013 (quindi senz’aggravio alcuno per le casse regionali), e che viceversa andrà in economia. Ma invece di un risparmio (insignificante per il bilancio regionale), sarà un danno almeno dieci volte maggiore per la credibilità della Sicilia, per l’economia del territorio palermitano e per quello delle Madonie in particolare, e motivo di delusione (e rabbia) per le migliaia di appassionati”.