PALERMO, 22 LUGLIO 2013 – Non ci sta, Rosario Crocetta, a farsi “sbugiardare” dal Pd. E replica a muso duro a Tonino Russo che oggi su Facebook ha pubblicato le “prove” del partito paralello: una email e una scheda di tesseramento che, secondo Russo, dimostrerebbero che il Megafono è un partito a tutti gli effetti.
Quella email, secondo Crocetta, “riguardava il finanziamento e l’adesione per la campagna elettorale delle politiche di febbraio; la smettano, se ci vogliono buttare fuori dal Pd, lo dicano o la finiscano”.
È sul doppio tesseramento che si sta consumando lo strappo fra il governatore siciliano e il Partito democratico, con il segretario Lupo che cerca di mediare per salvare capra e cavoli. La questione è al vaglio della commissione di garanzia del partito ma Crocetta non ci sta a farsi “cacciare”: “La lista del Megafono venne chiesta da Bersani e Zoggia – rivela – . E invece, domani sarò sotto processo eretico a Roma. Sono curioso di capire se domani mi giudicheranno e mi condanneranno a morte, al rogo, come le streghe e come gli ebrei”.
E torna in ballo la “questione morale”: “È una vergogna – dice Crocetta – , proprio mentre ho fatto scoppiare la questione morale mi mettono sotto processo”. Il governatore dà un nuome e cognome ai suoi “nemici” e parla di “Mirello Crisafulli, che ha responsabilità molto gravi. Se fossi stato segretario regionale, avrei già allontanato definitivamente dal partito sia Genovese che Rinaldi, chiedendone le dimissioni ed invece nessuno lo fa. Comunque vedrete che nel Pd, anche altri esponenti di primo piano, ben presto, saranno toccati e coinvolti in inchieste relative alla questione morale”.
Non molla e rilancia con la candidatura alla segreteria nazionale, confermata dall’assessore Nelli Scilabra che il governatore vorrebbe alla guida del partito in Sicilia: “Lo confermo – dice Scilabra -: mi candido alla segreteria regionale del Pd, in ‘ticket’ con il presidente Crocetta. E mi candido proprio per moralizzare il partito”.