SIRACUSA, 20 LUGLIO 2013 – Sbarchi di immigrati nelle coste siciliane a Siracusa, Pozzallo e Lampedusa. Nella notte un barcone con 90 persone, tra cui 22 bambini, è stato avvistato nella periferia a sud di Siracusa, alla Marchesa di Cassibile.
L’imbarcazione è arrivata a pochi metri dalla spiaggia ma i migranti sono rimasti bloccati. In molti, infatti, non sapendo nuotare, hanno preferito aspettare l’arrivo dei soccorsi. Sul posto è intervenuta la polizia che ha portato gli stranieri in spiaggia utilizzando alcuni pedalò. Gli immigrati, la maggior parte siriani, sono stati trasferiti in un centro di accoglienza, mentre la Procura ha aperto un’inchiesta per scoprire se gli scafisti si sono nascosti tra i migranti.
Sempre nella notte la guardia costiera ha soccorso altre due imbarcazioni a largo delle coste di Pozzallo e Lampedusa. È stata una telefonata effettuata da un telefono satellitare ad avvisare la centrale operativa di un gommone in avaria a largo del paese in provincia di Ragusa. Il gommone, che si trovava in acque maltesi, è stato trainato in quelle italiane dalle stesse autorità maltesi. Nel mezzo c’erano 41 migranti eritrei, tra cui una donna, che sono stati trasferiti nelle motovedette della guardia costiera e poi accompagnati al porto di Pozzallo.
A Lampedusa, invece, il motopeschereccio Pindaro ha avvertito le autorità della presenza di un gommone a circa 5 miglia dall’isola. Il gommone, con a bordo 17 migranti siriani tra cui una donna e due bambini, è stato raggiunto da una motovedetta della guardia costiera, che l’ha scortato fino al porto lampedusano.
E proprio su Lampedusa, il ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Gianpiero D’Alia, intervistato dal quotidiano Avvenire, si è detto favorevole all’ipotesi lanciata dallo stesso quotidiano che propone l’isola come candidata al Nobel per la Pace. “Mi consulterò con il presidente del Consiglio – ha detto D’Alia. Credo sarebbe il giusto riconoscimento alla gente dell’isola, che in tanti anni si è fatta carico di migliaia di persone disperate in cerca di una condizione di vita più degna”.
(Foto d’archivio)