ROMA, 19 LUGLIO 2013 – Un minuto di silenzio nell’aula del Senato per ricordare Paolo Borsellino e gli agenti di scorta, messaggi alle più ale cariche delle Stato.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende “commosso omaggio alla memoria di Paolo Borsellino e di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, addetti alla sua sicurezza”.
“Come ho ricordato il 23 maggio scorso, con i tragici attentati del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi di quella causa della legalità e della difesa dello stato costituzionale con la quale si erano identificati – ricorda Napolitano nel messaggio reso noto dal Quirinale -. L’esempio e l’eredità che Paolo Borsellino ci ha lasciato – come tutti coloro che si sono sacrificati per tutelare i valori di giustizia, libertà e democrazia – sono oggi alla base delle iniziative sempre più numerose che spontaneamente si sviluppano nella società civile contro ogni forma di violenza e di insidiosa infiltrazione della criminalità organizzata. Nel suo ricordo, mi stringo ai familiari, rinnovando i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani”.
In Senato, dopo il minuto di silenzio è intervenuto il presidente Piero Grasso. “Paolo Borsellino ha sacrificato la sua vita perchè la nostra fosse migliore; ha vissuto e lavorato per la giustizia, considerandola non solo una professione, ma prima di tutto una missione. Oggi voglio ricordare non solo il magistrato con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, ma anche l’uomo che ho avuto il privilegio di conoscere e di apprezzare nelle sue qualità più intime e personali”.
Grasso ha rievocato i suoi ricordi personali: “Ricordo benissimo l’anno in cui conobbi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: era il 1979. Ero stato chiamato a collaborare al maxiprocesso e mi sentii onorato e emozionato, perché sapevo che da loro avrei imparato tanto – ha proseguito Grasso -. Delle numerose giornate passate a studiare gli atti non posso dimenticare l’affetto e il sostegno di Paolo, il suo entusiasmo, la tenacia con la quale affrontava ogni giorno il suo lavoro, pur sapendo che questo gli sarebbe costato la sua stessa vita. Per me è stato un grande maestro, sempre prodigo di suggerimenti e di chiarimenti, sempre motivato ad andare avanti con la serenità di un cittadino comune. Il profumo della sua terra di Sicilia, il calore della gente che iniziava a venir fuori dal guscio di omertà, rappresentavano per lui linfa vitale. In quegli anni, il lavoro di Falcone e Borsellino ebbe il grande merito di creare una rivoluzione culturale, di smuovere gli animi e le coscienze di tutti coloro che non erano più disposti ad accettare passivamente la presenza della mafia. I cittadini iniziarono a capire che era necessario andare avanti nella lotta alla mafia, senza fermarsi di fronte alle intimidazioni e alle paure”.
“La magistratura si impegnò a dimostrare all’opinione pubblica che la possibilità di cambiamento, di salvezza, era reale e concreta – ha sottolineato il presidente del Senato -. Le parole che Paolo Borsellino pronunciò a un mese esatto dalla morte di Falcone, e a pochi giorni dalla sua, sono tuttora un monito per tutti, a partire da noi che sediamo in quest’ Aula. Parlando, presso la Biblioteca comunale di Palermo, delle vittime di mafia e del suo caro amico Giovanni disse: Sono morti per tutti noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo gioiosamente, continuando la loro opera. Questa è la grande eredità che Paolo ci ha lasciato. A distanza di 21 anni, in Sicilia, come in Italia, c’è una maggiore consapevolezza sociale e politica del problema. Molti sono i successi ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata, molte le sfide ancora da affrontare – ha aggiunto la seconda carica dello Stato -. Questo è il compito cui tutti noi siamo chiamati, questo l’impegno al quale dovremo tenere fede in nome delle promesse pronunciate dinanzi ai corpi martoriati di Paolo e di Giovanni”.
“Per dare un ulteriore segnale positivo e un ulteriore contributo alla memoria delle vittime della mafia – ha poi annunciato Grasso – ho provveduto ad assegnare alla Commissione Giustizia del Senato in sede deliberante il testo approvato dalla Camera” per la modifica dell’articolo 416-ter sullo scambio elettorale politico mafioso, “in modo da riuscire, con sensibilità e celerità dimostrata, ad approvare definitivamente la modifica prima della pausa estiva. A tutti noi, come membri di questa istituzione rappresentativa, spetta il compito di promuovere le riforme necessarie per dare al Paese concrete alternative all’illegalità e alla sopraffazione”.
“La lotta alla mafia non può essere solo una battaglia di ideali – ha proseguito Grasso – dobbiamo intervenire sulle condizioni di sviluppo, sulla capacità dei territori di attrarre investimenti e risorse professionali, dobbiamo dare ai magistrati gli strumenti tecnico giuridici e le risorse per combattere la mafia anche attraverso la repressione dei reati correlati, a partire da quelli di corruzione, falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio. Dobbiamo sottrarre un’intera generazione di ragazzi che non studiano e non lavorano alle lusinghe del crimine e del potere. Ieri, alla vigilia di questo anniversario, il Senato ha approvato all’unanimità la legge istitutiva della Commissione Parlamentare Antimafia, riconoscendo l’urgenza di dare subito al Parlamento un’importante strumento di indagine e di intervento. Un segnale che accende la speranza che il Parlamento possa fare la sua parte nella ricerca della verità e un, seppur piccolo, significativo contributo alla memoria di Paolo”.
“Non sono passati invano i ventuno anni che ci separano dalla strage di via D’Amelio”. Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, sottolinea che “nel giorno in cui l’Italia commemora Paolo Borsellino insieme ai cinque agenti della sua scorta, possiamo misurare quanto sia profondo il segno che ha lasciato la sua testimonianza. Non si spegne la richiesta di verità e giustizia su quella terribile stagione di sangue, ed è anche nel nome di Borsellino che va avanti il lavoro di indagine dei magistrati. A distanza di tanti anni il suo esempio continua a suscitare partecipazione in ragazzi che all’epoca dell’attentato non erano ancora nati: le idee di Falcone e Borsellino hanno davvero camminato sulle gambe di quei giovani, e hanno animato migliaia di iniziative nelle scuole italiane per far crescere una cultura di contrasto alle mafie”.
Ha preso poi la parola il presidente del Consiglio, Enrico Letta: “Mi associo alle parole del presidente Grasso. L’importante approvazione della Camera della riforma dell’articolo 416-ter sul voto di scambio politico-mafioso rientra nella logica della lotta alla mafia e nel solco della memoria di Giovanni Falcone Paolo Borsellino. È la migliore risposta alla criminalità, è anche nostro impegno che il provvedimento arrivi entro l’estate all’approvazione in Senato”.