ROMA, 18 LUGLIO 2013 – Il Washington Post, pubblicando un’indagine federale, ha reso noto che negli ultimi anni l’Fbi “potrebbe avere commesso errori” nello svolgimento delle indagini riguardanti 27 condanne a morte negli Stati Uniti.
Secondo i documenti riportati dal quotidiano statunitense, sarebbero errori basati su conclusioni frettolose, a causa di prove parziali e non complete che “avrebbero condizionato almeno 27 casi”.Al momento non è chiaro quali siano gli errori che potrebbero portare ad una eventuale revisione delle sentenze non ancora eseguite. Il WP ha, infatti, spiegato, che le autorità “erano a conoscenza da anni” si presunte irregolarità commesse al Federal Bureau of investigation, ma si apprende che non avrebbero mai approfondito ed indagato in modo completo.
Ignorando ripetutamente le indicazioni dei laboratori di analisi e ricerca scientifica gli agenti dell’Fbi avrebbero così modificato l’andamento delle indagini: semplicemente trasformando quelle che erano spesso delle semplice tracce o indizi venivano trasformate così in prove.