PALERMO, 20 LUGLIO 2013 – I morti sono morti e sono tutti uguali. Sembra scontato, ma a volte la sensazione è che ci siano morti di serie A e morti di serie B. E anche qualcuno di serie C.
Quanti ricordano, senza doverli cercare su Google, i nomi degli agenti di scorta di Paolo Borsellino? E quanti sanno chi morì nella strage di Ciaculli?
Eppure dietro a questi nomi che nessuno ricorda ci sono storie, famiglie spezzate, vite negate. Silvio Corrao era un maresciallo di pubblica sicurezza, aveva tre figli. Un’altra stava arrivando. Silvio Corrao è una delle vittime della strage di Ciaculli e solo avendoli conosciuti personalmente so quanto sia stato difficile per questi figli crescere senza un padre. Eppure il nome di Silvio Corrao non lo ricorda nessuno.
E come il suo, di nomi finiti nel dimenticatoio ce ne sono tanti. Ci sono madri che hanno pianto i loro figli, figli di cui però nessuno ricorda nulla, i cui nomi sono stati inghiottiti dalle manifestazioni, dalle cerimonie, dalle passerelle antimafia. Che troppo spesso dimenticano che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono le sole vittime di Cosa nostra ma il simbolo di tanti uomini e donne che hanno dato la vita in ome della verità e della giustizia.