PALERMO, 17 LUGLIO 2013 – Assolti Mario Mori e Mauro Obinu. Non sono colpevoli del reato di favoreggiamento aggravato alla mafia per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995. Di Matteo, sostituto procuratore di Palermo e pm al processo: “Impugneremo la sentenza”.
Lo ha deciso dopo sette ore e mezzo di camera di consiglio la quarta sezione del tribunale presieduta da Mario Fontana. I due ufficiali dei Ros dei Carabinieri sono stati assolti “perchè il fatto non costituisce reato”. I giudici hanno anche deciso la trasmissione dei verbali che contengono le dichiarazioni di Massimo Ciancimino e del colonnello Michele Riccio. Ciò a significare che i due principali testimoni dell’accusa non sono stati considerati attendibili. La trasmissione degli atti potebbe portare ad un processo per falsa testimonianza e eventuali imputazioni accessorie o aggravanti Ciancimino e Riccio.
La sentenza arriva dopo un processo durato cinque anni attraverso cento udienze e oltre novanta testimoni ascoltati. Il aula il procuratore aggiunto Vittorio Teresi e i pm Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia. I magistrati avevano chiesto la condanna a nove anni per Mori ed a sei anni e mezzo per Obinu.
Mori e Obinu, dunque, per il Tribunale di Palermo non sono i responsabili del blitz mancato che a Mezzojuso avrebbe potuto condurre all’arresto di Bernardo Provenzano.
Soddisfatti i difensori Basilio Milio e Enzo Musco, delusione fra i pm che escludono però qualsiasi tipo di ripercussione sull’altro procedimento, quello sulla trattiva stato-mafia. Per Teresi e Di Matteo il ruolo di Ciancimino, oggi considerato dai giudici inattendibile, è marginale nel processo sulla trattativa. I magistrati hanno, comunque, dichiarato che ricorreranno contro la sentenza. Fra tre mesi saranno rese note le motivazioni.