I settori che hanno registrato i migliori risultati sono: quello farmaceutico, che ha fruttato il 12,5 per cento; l’oreficeria (10,9 per cento), alimentare e bevande (6,7 per cento), pelli (5,9 per cento), lavorazione dei metalli (4,9 per cento).
Sono 73mila le potenziali imprese esportatrici che hanno incrementato le vendite sui mercati stranieri e il ministro Zanonato prevede la nascita di nuovi 20mila esportatori stabili entro la fine di questa legislatura.
L’Ice, da ottobre, condurrà insieme al ministero un roadshow della durata di sei mesi dove parteciperanno 200 aziende per ogni evento dei 10-15 previsti in tutta Italia. L’obiettivo, oltre aumentare l’apporto delle aziende esportatrici, sarà quello di portare da 4 a 11 milioni i ricavi da servizi entro il 2017.
L’Italia si posiziona dietro i più grandi mercati di sbocco dell’export nazionale. Tra le regioni italiane che esportano di più, al settimo posto c’è la Sicilia con 13.052 milioni di euro guadagnati nel 2012 (+21,2 per cento). Al primo posto c’è la Lombardia con 108.080 milioni di euro (+3,7 per cento), al secondo il Veneto con 51.128 e al terzo l’Emilia Romagna con 49.462.
Il Giappone è il partener più grande per le esportazioni, seguito da Russia, Mercosur (Brasile, Paraguay, Uruguay, Argentina, Venezuela) e Asean (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam). Russia e Belgio, invece, sono le nazioni da cui importiamo di più.
Presentato anche il nuovo marchio dell’agenzia per l’Internazionalizzazione “Ita” (Italian Trade Agency). “Il nuovo brand evoca l’Italia a tutto tondo, dal tricolore delle lettere alle mani che richiamano la Creazione della Cappella sistina”, ha detto Riccardo Monti, presidente dell’Ice intervistato da Il Sole 24 Ore.