ROMA,16 LUGLIO 2013 – Il 52,9 per cento dei lavoratori italiani dotto i 25 anni ha un lavoro precario. Il calcolo è dell’Osce nel rapporto annuale sul lavoro e basato sui dati rilevati a fine 2012. La percentuale dei precari nel nostro paese si è quasi raddoppiata rispetto al 2000 quando erano il 26,2 per cento.
“La riforma Fornero – scrive l’Ocse nel report – dovrebbe migliorare la crescita della produttività e la creazione di posti di lavoro nel futuro, grazie in particolare al nuovo articolo18 che riduce la possibilità di reintegro in caso di licenziamento, rendendo le procedure di risoluzione più rapide e prevedibili. Nonostante ciò l’Italia resta uno dei Paesi Ocse con la legislazione più rigida sui licenziamenti, in particolare riguardo alla compensazione economica in caso di licenziamento senza giusta causa e la definizione restrittiva di giusta causa adottata dai tribunali. In questo contesto, gli elementi raccolti suggeriscono che limitare la diffusione dei reintegri sia un elemento chiave per migliorare i flussi occupazionali e la produttività”.
Sulla disoccupazione italiana l’Ocse annuncia che aumenterà nel 2014 arrivando, sempre secondo l’organizzazione internazionale “al 12,6 per cento, contro il 12,2 per cento di fine maggio 2013”. “La disoccupazione giovanile in Italia a fine 2012 è arrivata al 35,3%- si legge ancora nel report Ocse – La percentuale di senza lavoro nella fascia under 25 è più elevata tra le donne (37,5%) che tra gli uomini (33,7%)”. La disoccupazione cresce in tutta Europa, ma in Italia sembra che il livello di decrescita occupazionale viaggi ad un ritmo molto più sostenuto “un punto percentuale più elevata della media dei Paesi Ue.