PALERMO, 15 LUGLIO 2013 – “Viva Palermo e Santa Rosalia”, il sindaco, i quattro canti e la città: l’urlo dei palermitani si alza e sui volti appare quel sorriso tanto atteso. Il Festino nella sua 389° edizione guarda al futuro, quello delle pietre, dei palazzi e dei suoi cittadini.
Sono trecento i bambini sorridenti che hanno sfilato insieme alla Santuzza lungo i 1.512 metri del cassaro nel Festino a firma di Sandro Tranchida. Questa volta il grande spettacolo della profonda fede dei palermitani per la loro santa è dedicato, nelle intenzioni e nell’organizzazione, ai bambini e a tutti i giovani della città. Una speranza, un futuro che per molti anni è stato offuscato e opaco, nella notte ha scosso le anime di questa città.
“Viva Palermo e Santa Rosalia”, la voce del sindaco Orlando esplode ai Quattro Canti per annunciare al mondo che Palermo è viva e non ha nessuna intenzione di rifiutarsi di sperare in un futuro migliore. Bambini, palloncini a centinaia, uomini, donne, anziani, stranieri e palermitani tutti lì intorno alla Santuzza, che partita alle 21,30 arriva nell’incrocio dove la città vive e brucia i suoi grandi conflitti e i suoi grandi amori, in un grande abbraccio collettivo alla città.
Nell’incontro di via Vittorio e via Maqueda si concentra la carica emotiva raccolta lungo il Cassaro dagli occhi dei ragazzi di Legambiente, Uisp, Agesci che hanno trascinato il gigante di corallo ospite della statua di Santa Rosalia e dei fiati e percussionisti del conservatorio Bellini. Musica, un lungo silenzio, il grido del sindaco e una fascia tricolore sulle spalle di un bambino: il Festino può proseguire verso il mare.
“Viva Palermo e Santa Rosalia”, la statua scolpita da Giacomo Rizzo continua lungo l’antico passaggio verso il Foro Italico per liberare la sua città dalle “pesti”. Lo sguardo della Santuzza sulla folla, una mano affianco al cuore tiene una rosa: tutta Palermo si inginocchia alla liberatrice e al futuro dei suoi bambini.
Uno spettacolo di allegria e devozioni, l’unione di sacro e profano e quel profano che nei secoli è diventato sacro, ma allo stesso tempo quel sacro che, per motivi ancora sconosciuti, è diventato profano. Così le panelle e i babbaluci diventano simboli di fede vera, profonda e viscerale, un tributo alla vita, all’umanità della Santa piuttosto che alla sua sacralità.
“Viva Palermo e Santa Rosalia”, ma questo è uno spettacolo per pochi. Un’immagine viva e travolgente che, forse, solo i santi dall’alto dei cieli potranno godere nella sua interezza. Perché oltre al chilometro e mezzo dove ogni metro e balcone è occupato da cittadini in festa anche il Foro Italico diventa teatro della gioia di Palermo. Superata Porta Felice e il gigantesco portone, voluto da Roberto Rebaudengo, il carro e la Santa arrivano al mare. Ad accoglierli i giochi pirotecnici.
“Viva Palermo e Santa Rosalia”, uno spettacolo di luci e colore che illumina la notte palermitana e i volti della folla emozionata con il naso all’insù. Palermo viva, voci vibranti, acclamazioni e preghiere: questo l’affresco di una città che non vuole perdere la speranza. Nella notte il cielo riprende a vivere sopra la città e la sua gente: luci, stelle, “botti” così forti da far tremare i polsi e mozzare il fiato Palermo saluta la sua Santa. Ma tutto finisce, una densa coltre di fumo copre il porto e tutto torna nel silenzio.
E allora viva Palermo, i bambini, i palermitani, Santa Rosalia, le panelle, i babbaluci, i fuochi d’artificio e la speranza di una città che nonostante tutto ancora “crede”.
Il video pubblicato su Youtube da Francesco Passantino
http://www.youtube.com/watch?v=mrBnMR-cqXs
Viva Palermo e Santa Rosalia. Arrivederci alla Santuzza.
Il Festino dedicato a chi fa il futuro: dalla Cattedrale ai fuochi d’artificio
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