MESSINA, 15 LUGLIO 2013 – Quindici persone sono state arrestate per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e all’estorsione.
Facevano parte di due distinte organizzazioni criminali a conduzione familiare che operavano nel capoluogo peloritano ed erano dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti tra cui cocaina, hashish e marijuana.
In carcere sono finiti Marco La Torre, 28 anni, Francesco Esposito, 39 anni, Daniele Nasso, 26 anni, Salvatore Broccio, 29 anni, Filippo Pennestrì, 30 anni, Salvatore Pispicia, 48 anni, Baldassare Giunti, 54 anni, Nunzio Micali, 24 anni, Ignazio Fusco, 40 anni, e Tindaro Fausto Nasso, 38 anni. Disposti gli arresti domiciliari per Giuseppa Cucinotta, 24 anni, Salvatore Trimarchi, 27 anni, Simona Costa, 31 anni, e Carmelo Costa, 44 anni.
L’attività investigativa è stata avviata nel giugno del 2009, a seguito dell’arresto di Marco La Torre e il sequestro di 100 grammi di hashish. Appurato che dietro l’arresto si nascondeva una vera e prorpia attività di spaccio, il nucleo opertivo della compagnia di Messina Centro ha iniziato una mirata attività d’indagine. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali sono state scoperte due organizzazioni dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti a Messina, nella zona di Gravitelli.
In particolare i carabinieri hanno scoperto che Marco La Torre e Daniele Nasso acquistavano e rivendevano la droga e avevano contatti con un’associazione facente riferimento a Francesco Esposito (nella foto i tre da sinistra a destra). La droga veniva venduta in alcune zone di Messina, tra cui i quartieri Mangialupi e Gazzi.
Le indagini dei militari hanno portato alla luce anche alcuni episodi di estorsione commessi sia dallo stesso La Torre che da altri indagati a seguito del mancato pagamento di partite di droga o per mancate retribuzioni di spettanze a seguito di prestazioni lavorative arretrate. In un caso a un imprenditore edile, dopo il tentato incendio della sua autovettura, è stato imposto di sottoscrivere un verbale con i sindacati per il pagamento della cassa integrazione.
L’attività è stata svolta in esecuzione di un provvedimento di misura cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
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