PALERMO, 15 LUGLIO 2013 – Fabrizio Miccoli indosserà la maglia del Lecce. La squadra che lui ha sempre amato, ma anche la piazza che non lo voleva e che aveva escluso ogni volontà di introdurlo nella sua rosa.
Si dice che per il club salentino, Miccoli abbia rifiutato un’offerta molto allettante dall’Australia. Nel momento più difficile della storia del Lecce, in Lega Pro dopo aver fallito nella scorsa stagione nonostante la rosa faraonica per il campionato da disputare, arriva Miccoli nel momento più complicato della sua carriera per le vicende extracalcistiche che lo riguardano.
La sua città. La sua squadra del cuore che dovrà proteggerlo da tutto e da tutti. Anche se negli ultimi tempi le sue dichiarazioni su Falcone e le discutibili frequentazioni durante l’esperienza palermitana avevano fatto storcere il naso a tutto l’ambiente salentino e non.
“Spero che non metta più piede a Lecce”, “Lui non mi rappresenta”, queste erano alcune delle frasi apparse sui social network contro l’ex numero dieci e capitano del Palermo. Così, ci siamo più volte chiesti: “Lecce vuole veramente Miccoli?”. Alfredo Mantovano, ex sottosegretario dell’Interno aveva detto che “vedere in campo Miccoli causerebbe un grave effetto diseducativo”.
Troppo lontano da Palermo e adesso a Lecce da separato in casa. Chissà quante difficoltà avrà dovuto affrontare la dirigenza giallorossa nel prendere la decisione di tesserare Fabrizio Miccoli. Scindere la vita extracalcistica del giocatore da quella sportiva è davvero possibile? Del resto i tifosi sono così: celebrano per notti intere nelle piazze di ogni città, affrontano trasferte estenuanti e con la stessa velocità sanno dimenticare numeri, statistiche, precedenti sportivi, convocazioni in Nazionale…e in questura.