Un anno, e sembra un giorno. Non è cambiato, Fabrizio Falco, da quel settembre 2012 che lo ha visto trionfare alla Mostra del Cinema di Venezia per l’interpretazione in “È stato il figlio” di Daniele Ciprì. E ai microfoni di Si24 racconta i suoi prossimi progetti.
“Ho cercato di dare il peso giusto a ogni cosa che mi è accaduta”, confessa, “e ho cercato di mettere a frutto il credito che ho acquisito grazie al cinema per poter promuovere nuovi progetti ai quali tengo particolarmente”.
E sono progetti ambiziosi per un ragazzo così giovane: un libro, o meglio un audiolibro che diventa un corto che diventa uno spettacolo teatrale.
L’audiolibro, uscirà il 17 luglio e si intitola “Pensaci, Giacomino! e altre novelle” e raccoglie 12 racconti di Luigi Pirandello, letti e interpretati da Fabrizio per i tipi di Emons. L’idea nasce dall’esperienza teatrale fatta con Luca Ronconi per la messa in scena di “Sei personaggi in cerca d’autore”, un laboratorio sperimentale inusuale per l’Italia, che mirava a una riscoperta dei diversi strati della scrittura dell’autore siciliano.
È iniziato così un approfondimento personale del giovane attore, che ha selezionato le novelle alla ricerca di testi che gli permettessero di calarsi nei panni di più personaggi. Una scelta tradizionale e una originale, quindi: da un lato un classico della letteratura come Pirandello, dall’altra l’audiolibro, una forma ancora poco diffusa di fruizione della cultura.
“Pirandello è stato per me una scelta imprescindibile – racconta Fabrizio -. In questo ho guardato come esempio a Tony Servillo, un attore che ha subito trovato le sue radici nel teatro di Eduardo. Mi sono interrogato allora su quali fossero le mie tradizioni teatrali, e Pirandello è senza dubbio uno dei miei padri”.
Pubblicizzare invece un audiolibro, che ha richiesto al giovane attore uno sforzo notevole per contenere la recitazione teatrale adattandola a una lettura più semplice, non lo spaventa. “Abituarsi a questa nuova forma di fruizione è facile – confessa Fabrizio -, anche per un lettore affezionato ai libri cartacei. Sentire qualcuno che ti racconta una storia è, in fondo, uno dei piaceri che sperimentiamo fin da piccoli. Rieducare all’ascolto nell’epoca delle immagini, poi, è fondamentale”.
Da questo esercizio, Fabrizio Falco ha estrapolato infine tre racconti (“L’uomo dal fiore in bocca”, “Una giornata” e “Il treno ha fischiato”) che ha fuso in un unico spettacolo, nel quale si passa da una vicenda all’altra senza interruzione, e dove è solamente il mutare del registro recitativo a suggerire gli intervalli tra le storie.
“Per unire tre novelle così diverse tra loro le ho immaginate come movimenti di un’unica partitura – spiega -. Da qui il nome dello spettacolo, “Partitura P”, che segue un ritmo musicale restituendo a ogni novella il proprio respiro. Si inizia con un ritmo ossessivo, il pensiero della morte, si attraversa un momento di apparente sospensione per chiudere con un finale folle che apre alla speranza, per ricordarci che solo l’immaginazione può salvarci”.
In mezzo a queste due esperienze nasce il corto, inizialmente destinato ad essere parte dello spettacolo, che poi ha preso vita a sé, grazie alla regia di Nicola Ragone e alla fotografia di Daniele Ciprì.
Espressioni artistiche diverse, quindi, che si fondono armonicamente al servizio di un progetto teatrale che speriamo trovi presto posto nei teatri italiani, e soprattutto siciliani, dando la possibilità al pubblico di riscoprire sotto una nuova luce la scrittura di Pirandello e di apprezzare nuovamente le doti e il coraggio di Fabrizio Falco, in attesa di scoprire i suoi prossimi progetti.