PALERMO, 9 LUGLIO 2013 – Ha confessato tutto ciò che sapeva, ottenendo gli arresti domiciliari. L’ex assessore regionale al Territorio, Gianmaria Sparma, ha raccontato ai magistrati come funzionava il sistema di corruzione di Fausto Giacchetto.
La scorsa settimana l’assessore Sparma, come riporta Riccardo Arena sul Giornale di Sicilia, ha confessato dal carcere romano di Regina Coeli al pm Gaetano Paci di avere compreso che “Giacchetto si avvaleva di metodi corruttivi per ottenere l’aggiudicazione di gare per i piani di comunicazione e per orientare a suo favore, o a favore di società da lui segnalate, le procedure di finanziamento”.
“Ammetto tutti i benefit ricevuti da Giacchetto – ha continuato Sparma – e, in particolare, il viaggio in Tunisia, assieme a Gentile e Scalia e le rispettive consorti, le cui spese sono state integralmente sostenute dal Giacchetto e l’utilizzo della carta di credito Superflash, durante il periodo del mio viaggio di nozze, dalla quale ho utilizzato la somma di circa 1000-1500 euro”.
Sparma confessa anche di avere incassato “una busta con 5000 euro per far fronte al blocco dello stipendio di assessore, in seguito ad una cartella di Equitalia, che non ho mai restituito”. Poi fa riferimento a tutta una serie di regalie – da manutenzioni domestiche ad abbonamenti Sky, da viaggi con la moglie a biglietti per le partite di Champions del Milan, perfino un intervento chirurgico in una clinica romana.
Sparma faceva anche da “informatore”, passando a Giacchetto le ultime novità emerse durante le riunioni della giunta: “Alla fine lo chiamavo per riferirgli quanto avevo appreso. Giacchetto era interessato ai finanziamenti europei, alla loro rimodulazione e allo spostamento degli assi di finanziamento”.