PALERMO, 9 LUGLIO 2013 – La fine della crisi economica, almeno in Sicilia, è ancora lontana. La regione è ancora in piena recessione. Pil inferiore al 2012 di quasi un punto percentuale, importazioni ed esportazioni in netto calo, investimenti che non ripartono e tasso di disoccupazione più alto di oltre 8-10 punti rispetto alle previsioni nazionali.
Un quadro catastrofico, quello raccontato dai dati di Congiuntura Res, che potrebbe contare su un importante strumento di sviluppo, ovvero il Bilancio della Regione, che però è ancora ampiamente sottoutilizzato per l’inefficienza nella programmazione.
L’Osservatorio congiunturale della Fondazione Res, l’Istituto di ricerche su Economia e Società in Sicilia, è stato presentato a Palazzo Branciforte alla presenza del ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, che di Res è anche il presidente.
“Alla fine del primo semestre del 2013 – è l’analisi del rapporto – il quadro economico regionale presenta un acuirsi della recessione e i principali indicatori congiunturali appaiono fortemente negativi, allontanando al 2014 i primi possibili segnali di ripresa”.
Secondo il rapporto, alla flessione del 2,7% del Prodotto interno lordo (Pil) del 2012 dovrebbe seguire un ulteriore consistente rallentamento del 3,8%. Sul versante delle esportazioni, una delle componenti più dinamiche della nostra economia, si registra un calo del 19,8%; mentre, è del 12,4% la riduzione del volume delle importazioni.
Il rapporto della Fondazone Res sottolinea anche il primato nazionale della Sicilia per chiusure delle imprese: sono 1.557 le piccole aziende che hanno cessato l’attività nell’ultimo anno, mentre sono aumentate a dismisura le ore di cassa integrazione che arrivano al livello record di 16 milioni.
Come già anticipato, gli investimenti produttivi si sono confermati l’elemento più fragile della domanda interna. “Nella crisi in corso – scrivono gli analisti di Res – la fiducia degli imprenditori rallenta e frena l’attività di investimento, che anche nell’anno in corso dovrebbe registrare il proseguimento del trend flessivo, per effetto delle ancora deboli prospettive della domanda e delle sfavorevoli condizioni di accesso al credito”.
Grave la situazione dell’occupazione sull’Isola, dove il tasso è arrivato al 20,7% dal 19,5% del primo trimestre 2012, un livello tra i più elevati in Italia, dopo Calabria e Campania.
Il calo dell’occupazione e la diffusa incertezza sul futuro dell’economia sono le principali cause della riduzione della spesa delle famiglie, che quest’anno si è notevolmente contratta anche nel settore dei generi alimentari.
L’approfondimento tematico di Congiuntura Res è dedicato al Bilancio della Regione, strumento che dovrebbe, se fruttato a fondo, aiutare l’economia a ripartire. “Ma nonostante gli sforzi di contenimento della spesa – evidenziano gli analisti – appare una difficile sostenibilità dei conti pubblici regionali”.
Anche la Fondazione Res ha lanciato l’allarme sull’utilizzo dei fondi comunitari, le cui percentuali di spesa sia per quanto riguarda il Po Fesr sia per il Fse, sono troppo basse.
“Risulta essenziale – concludono gli analisti di Res – un forte impegno da parte dell’amministrazione regionale nella direzione di una accelerazione della spesa comunitaria (già richiesta dal ministro Trigilia all’incontro con Crocetta, n.d.r.)“.