“I Confidi al Sud sono piccoli e poco affidabili”: l’analisi del Rapporto Svimez

di Redazione

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“I Confidi al Sud sono piccoli e poco affidabili”: l’analisi del Rapporto Svimez

| lunedì 08 Luglio 2013 - 13:05

studio svimez sui confidi italiani

PALERMO, 8 LUGLIO 2013 – I Confidi al Sud sono più piccoli, a parità di grandezza con quelli del Nord erogano meno garanzie e offrono alle imprese finanziamenti a un tasso quasi doppio rispetto ai Confidi del Centro-Nord. 

 

Per questo, secondo la Svimez, serve una riorganizzazione del settore che agisca sul miglioramento strutturale e l’efficienza gestionale per rispondere meglio alle esigenze delle aziende.

 

È quanto emerge dal corposo “Rapporto Svimez su relazioni banca-impresa e ruolo dei Confidi nel Mezzogiorno. Mercato, regole e prospettive di sviluppo”, presentato a Roma alla Camera dei Deputati. Condotto su dati Banca d’Italia, UniCredit, Fedart Fidi e Unioncamere, lo studio analizza negli anni 2006-2011 l’andamento economico e le prospettive di sviluppo dei Confidi, consorzi intermediari tra banche e imprese, che garantiscono finanziamenti a tasso agevolato alle aziende.

 

L’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, in un’intervista a Si24, aveva già riferito della sua intenzione di riformare completamente il settore prima di pensare a una nuova erogazione di finanziamenti. Anche perché le analisi dell’advisor Raffaele Mazzeo avevano denunciato il grave stato di crisi in cui versano i Confidi siciliani.

 

Dallo studio emerge che al Sud i Confidi sono relativamente più piccoli. Su 100 Confidi, al Sud il 37% è piccolo, più del doppio del Centro-Nord (17,8%), e solo il 16% può definirsi grande (contro il 42% dell’altra ripartizione). A parità di grandezza, i Confidi del Centro-Nord erogano più garanzie, 27 milioni di euro in media contro 22 milioni. I Confidi grandi sono in grado di offrire alle aziende servizi a prezzi più contenuti dei piccoli, più i Confidi sono piccoli e maggiore è il costo del servizio che scaricano sulle imprese associate. Soprattutto al Sud: per un’impresa rivolgersi a un Confidi meridionale vuol dire spendere quasi il doppio (5,5% contro il 3%) di quanto spende un’impresa che si rivolga a un Confidi operante nel Centro-Nord.

 

Si deteriora nel periodo in questione il grado di copertura delle garanzie, in media dimezzandosi (da 108% a 44%). Discorso a parte per il tasso di sofferenza, nel 2011 al Sud dieci volte più pesante ri-spetto ad Eurofidi (11,8% di media contro 1,6%). Quanto alla solidità patrimoniale, le garanzie erogate per ogni euro disponibile restano al Sud un quarto rispetto ad Eurofidi (6 contro 26).

 

“I Confidi meridionali segnalano problemi di equilibrio reddituale non dipendenti dall’erogazione delle garanzie ma piuttosto da una struttura delle voci di costo e di ricavo non in linea con gli obiettivi di equilibrio gestionale – si legge nello studio. – Il maggior assorbimento di risorse per i Confidi meridionali e’ ascrivibile a una minor efficienza gestionale o a più avverse condizioni di contesto e non invece a una più intensa attività di erogazione delle garanzie”.

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