PALERMO, 5 LUGLIO 2013 – Per Gianluca Calì, imprenditore di Casteldaccia, dopo le intimidazioni, gli incendi e le telefonate anonime, sono arrivate anche le minacce di morte. Ma lui ha deciso di essere coraggioso e di non lasciarsi intimidire.
Un ulteriore rogo doloso ha distrutto alcune auto della sua concessionaria seguito a due telefonate minacciose in cui gli veniva intimato di stare zitto. “Sono state 2 chiamate di circa 5 minuti l’una – ha dichiarato al quotidiano www.lavocedibagheria.it -. All’inizio mi sembrava uno scherzo, ma poi sono arrivate le minacce di morte e il monito di non dire niente ai carabinieri“.
Ma Calì non si è lasciato abbattere e condizionare e si è nuovamente rivolto alla polizia, anche se non nasconde una certa preoccupazione per sé e la sua famiglia.
L’imprenditore il 3 aprile 2009 aveva già subito l’incendio di 5 automobili. Per questo motivo si era trasferito ad Altavilla Milicia, dove però nei mesi scorsi aveva ricevuto una richiesta di pizzo.
Con l’operazione Argo, che ha smantellato il mandamento di Bagheria, lo scorso 9 maggio, sono stati fermati i presunti autori. Ma le minacce non sono finite, così come nemmeno le indagini.
Attorno a Calì si sono radunati tutti i suoi concittadini. Una manifestazione èstata fissata per martedi’ alle 18.30, presso l’aula consiliare di Bagheria, per una mobilitazione contro l’illegalita’ e a sostegno di chi non cede.
Il Centro Pio La Torre ha espresso la propria “piena solidarietà” a Gianluca Calì, “vittima la scorsa notte di un ennesimo atto intimidatorio” e ribadisce “con forza la necessità di un impegno civile sempre vigile di quanti hanno a cuore un paese libero dalle mafie”.