SANT’AGATA DI MILITELLO (ME), 5 LUGLIO 2013 – Una discarica in barba ai vincoli paesaggistici e alle direttive europee in materia di smaltimento dei rifiuti. È quanto stanno tentando di fare a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina, con in mano un decreto di autorizzazione del 2010 firmato dall’assessore all’Ambiente dell’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo.
La denuncia arriva dal “Comitato spontaneo antidiscarica Roccacarbone” di Sant’Agata di Militello. Secondo le direttive europee in materia di smaltimento dei rifiuti, infatti, le discariche non possono sorgere vicino a centri abitati, nelle vicinanze di luoghi di interesse archeologico e Beni protetti come Parchi e Riserve Naturali, e nei pressi di assi viari, come autostrade, strade statali e ferrovie. Le discariche, inoltre, non possono essere costruite in prossimità di fiumi, sorgenti e mare, e vanno escluse anche le zone sismiche per gli ovvi problemi di inquinamento ambientale che potrebbero seguire alle eventuali scosse.
“Tutti questi vincoli – denuncia Clotilde Alizzi, organizzatrice del Comitato – sono invece presenti nel sito individuato per costruire la discarica di Roccacarbone. Una relazione di Legambiente cita e ricorda tutti questi vincoli, invitando a una sospensione cautelativa all’autorizzazione data dall’Assessorato all’Ambiente”.
Il vincolo paesaggistico del sito è dato dalla vallata del torrente Inganno, ricco di vegetazione autoctone e di una piantagione di ulivi storici che stanno abbattendo per far spazio alla spianata della discarica. Il vincolo idrogeologico è dato proprio dallo stesso torrente chiamato “Inganno” perchè soggetto a improvvise e imprevedibili piene alluvionali con disastri che, come ricordano le cronache dei giornali locali, sono state cause anche di morti.
Il Comitato Antidiscarica ha organizzato una raccolta di firme per presentare ricorso al TAR e ha già presentato un ricorso al presidente della Regione siciliana, che è ancora al vaglio dell’ufficio Legislativo, mentre il 6 giugno ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per portare alla sospensione delle autorizzazioni per gli accertamenti probatori, al fine di rilevare gli estremi di carattere penale, come per esempio “gli interventi da parte della ditta costruttrice – denuncia Alizzi – sull’alveo del fiume, per deviarne gli argini”.
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