TRAPANI, 3 LUGLIO 2013 – Si aggrava la posizione di Antonio Incandela, operaio 32enne in carcere perché accusato di avere ucciso a bastonate lo scorso 26 febbraio don Michele Di Stefano, l’anziano parroco della chiesa “Gesù, Maria e Giuseppe” di Ummari, nel letto della sua canonica.
Nuovi capi di imputazione si sarebbero aggiunti a quello di omicidio. A Incandela, reo confesso per l’assassinio del parroco, il procuratore di Trapani Massimo Palmeri ha contestato una serie di furti che l’uomo avrebbe commesso nel periodo tra l’omicidio e il 17 aprile, giorno del suo arresto, mentre era intercettato dagli inquirenti.
Tra i furti che avrebbe commesso, anche uno all’interno di un immobile di Marausa di proprietà del deputato trapanese all’Ars Paolo Ruggirello, che è stato oggetto più volte di atti vandalici. Incandela domani sarà nuovamente interrogato.