PALERMO, 1 LUGLIO 2013 – Basta inserzioni pubblicitarie nelle pagine che contengono immagini violente, offensive o esplicitamente sessuali. L’azienda di Palo Alto ha annunciato un cambiamento radicale nella distribuzione dei contenuti pubblicitari sul suo sistema.
La polemica, con la conseguente richiesta di modificare l’atteggiamento dell’azienda nella distribuzione dei contenuti pubblicitari, di molti “importanti” inserzionisti ha spinto Zuckerberg e i suoi a bloccare la comparsa degli spot e banner pubblicitari in alcune tipologie specifiche di pagine fan.
Quella di Facebook sembra essere una risposta dell’azienda a Marks and Spencer e BskyB, aziende dichiaratesi disponibili e pronte a sospendere tutti gli investimenti dopo avere registrato la presenza dei loro avvisi commerciale al fianco di contenuti offensivi.
“Ci rendiamo conto che dobbiamo fare di più per prevenire situazioni in cui gli annunci siano visualizzati accanto a pagine e gruppi controversi. Quindi stiamo prendendo provvedimenti” queste le risposte ufficiali della società californiana dopo le forti polemiche dei giorni scorsi negli Usa.
Ma Facebook, già da oggi, intende applicare un nuovo algoritmo in grado di determinare nel modo “migliore” le pagine e le pubblicità, per evitare così che vengano accostate a pagine “non gradite” agli inserzionisti, le pubblicità degli stessi.
Così le pagine ricche di contenuti sessuali o violenti, anche se non violano le norme di legge in materia, vedranno scomparire gli annunci pubblicitari. L’intenzione di Facebook sembra essere quella di creare un elenco all’incirca di diecimila pagine ritenute adatte agli sponsor e rendere da subito attivi gli spot, mentre in un secondo momento verranno analizzate tutte le altre pagine per valutarne la “conformità ai nuovi standard pubblicitari”. Nel frattempo tutte le inserzioni saranno comunque rimosse dalle pagine che non inserite nella lista dei 10.000.
Facebook, così come quasi tutti gli operatori del web raccoglie la principale fetta di reddito grazie alla pubblicità e in un momento storico dove i competitors si fanno sempre più aggressivi e organizzati nella raccolta e diffusione dei contenuti pubblicitari , per la grande F è arrivato il momento di cambiare strategia.
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