WASHINGTON, 1 LUGLIO 2013 – È gelo tra Europa e Stati Uniti per lo scandalo Datagate. Secondo le ultime clamorose rivelazioni, pubblicate stasera sul sito del Guardian, gli 007 Usa erano arrivati a piazzare anche delle cimici nell’ambasciata italiana a Washington.
Il giornale americano cita documenti fatti filtrare da Edward Snowden, l’ex analista dell’agenzia americana e talpa del Datagate.
Nel giorno in cui l’Europa, infuriata per le notizie sul sistematico spionaggio delle sue istituzioni, ha minacciato di far saltare i negoziati di libero scambio con gli Stati Uniti se tutto fosse confermato, si svela anche l’attenzione molto particolare che l’intelligence americana riservava – e probabilmente continua a riservare – al nostro Paese.
E a rischio ora finiscono addirittura le trattative tra le due sponde dell’Atlantico per costruire l’area di libero commercio più grande del mondo. Dovevano iniziare presto, ma “non si possono cominciare” se c’é “anche il minimo dubbio” che gli Usa hanno spiato e forse continuano a spiare la Ue (ma anche la Germania e, forse, la Bce), minaccia la vicepresidente della Commissione, Viviane Reding.
E mentre nei palazzi europei monta la furia, da Washington arriva solo un imbarazzato silenzio.