PALERMO, 26 GIUGNO 2013 – “Gli intermediari nel calcio come una tangente? Il paragone è quello. Non la chiamo tangente ma il paragone è reale”. Così il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ha commentato l‘inchiesta di Napoli sul mondo del calcio intervenendo a ‘Tutti convocati’ su Radio 24.
“Faccio un paragone – ha detto il presidente del Palermo – con il manager messo in galera perché doveva vendere gli elicotteri Augusta in India, che ha ammesso che se non dava una percentuale all’indiano non li avrebbe venduti. Se uno per prendere Tevez, una delle clausole è che deve pagare il procuratore lo pagherà”. Zamparini si è poi augurato che l’inchiesta vada avanti anche facendo luce sul ruolo delle società: “Noi non siamo vittime, ma le società si adeguano al sistema. Se per prendere un giocatore devi passare attraverso una certa porta, altrimenti lo perdi, alla fine passi da quella porta. È il sistema. Quando in Italia per ottenere un’autorizzazione devi passare attraverso una determinata porta, l’imprenditore passa da quella porta. È il sistema che è sbagliato”.
Secondo Zamparini il sistema è stato tollerato perché “alle grandi ha fatto sicuramente comodo” e “i grandi club adottano i procuratori”. E sui procuratori dice: “Sono una casta? Lo è diventata perché il sistema lo ha permesso. Io non li colpevolizzo. Quando abbiamo eliminato i mediatori ci siamo inventati i procuratori che sono la stessa cosa. Noi cambiamo il nome ma poi le cose sono sempre le stesse, come con l’Ici e l’Imu che resta comunque una tassa patrimoniale”.
Cambierà qualcosa? “Spero”, ha concluso Zamparini. “L’unica cosa positiva è che spero in uno scossone. Non voglio l’eliminazione dei procuratori, ma che facciano i procuratori e non i mediatori con regole ben precise da rispettare”.