PALERMO, 27 GIUGNO 2013 – In altri tempi avremmo dedicato l’apertura a Fabrizio Miccoli per la classica pagina di auguri: buon compleanno (34 anni oggi), tanti di questi gol, prolungamento del contratto, eccetera. Oggi no.
Oggi il capitano continua a fare notizia ma non può esserne orgoglioso. Il Palermo è retrocesso, il suo campionato è stato mediocre, il finale è stato osceno. Quelle frasi su Giovanni Falcone sono state talmente brutte da sembrare un incubo, le accuse della Procura di Palermo fanno il paio. In un attimo sono stati infangati sei anni di storia.
Quindici ore di attesa supplementare per sapere cosa ha da dire Miccoli non toglieranno il sonno a nessuno. Ma francamente non capiamo bene nemmeno il motivo di questa convention mediatica che ha “costretto” anche questo giornale a seguire l’evento con lo spiegamento di forze del caso: fotografi, operatori tv, giornalisti.
Dopo quelle intercettazioni non riteniamo possibile che Miccoli riesca a recuperare un posto – anche piccolo – nella considerazione dei tifosi più autentici. L’affetto “a oltranza” di un gruppo di giovani delle curve non può più fare testo. Non gli avremmo nemmeno consigliato di indire una conferenza stampa per dire qualcosa. Al limite, un comunicato.
Sarebbe stato certamente più interessante (ma ovviamente impossibile) una diretta con le telecamere in Procura per riprendere un lungo interrogatorio (condotto peraltro da un magistrato, Leonardo Agueci, buon conoscitore di calcio e appassionato delle vicende rosanero). E’ stata certamente sua “l’intervista” più importante per Miccoli, sono certamente quelle le dichiarazioni che più interessano.
All’uscita della Procura le bocche erano cucite, la riservatezza ai massimi. Pian piano filtreranno le indiscrezioni e sapremo di più. L’augurio – sincero – è che la posizione giudiziaria di Miccoli possa alleggerirsi ma in ogni caso non sarà possibile dimenticare. Bisognerà “ristampare” i libri della storia rosanero, Miccoli ha perso il diritto di stare in copertina. Il calcio diverte di più della giustizia ma Falcone è un monumento internazionale della città di Palermo che nessuno – nemmeno il Maradona rosanero – ha il diritto di scalfire o di sporcare.
A proposito di Maradona, Miccoli ha ispirato ogni centimetro della sua carriera all’idolo argentino che ha incantato il mondo intero con le sue magie. E’ singolare che la sua carriera finisca – perchè ormai è finita – allo stesso modo, senza un campo verde attorno e senza reti da gonfiare.