Allarme sui Confidi siciliani. Parla l’advisor Mazzeo: “Il credito alle imprese rischia di incepparsi”

di Redazione

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Allarme sui Confidi siciliani. Parla l’advisor Mazzeo: “Il credito alle imprese rischia di incepparsi”

| mercoledì 26 Giugno 2013 - 09:24

confidi

PALERMO, 26 GIUGNO 2013 – Il sistema dei confidi siciliani è in affanno. Per il secondo anno consecutivo, infatti, i 7 confidi “107”, diventati nel 2010 intermediari vigilati dalla Banca d’Italia, hanno subito una perdita nel risultato d’esercizio: di 2,3 milioni di euro nel 2011 e di 7,7 milioni di euro nel 2012.

 

Un calo gravissimo che preoccupa l’economia siciliana che perde uno strumento di finanziamento molto sfruttato negli anni passati. I dati emergono dalla radiografia dei confidi siciliani effettuata dall’advisor finanziario Raffaele Mazzeo, responsabile del blog “Sicilia progetti e finanza” che è stata presentata alla Camera di Commercio di Palermo, con Nino Amadore, giornalista de “Il Sole 24 ore”.

“Non dobbiamo essere distruttivi, ma preoccupati sì”, dice Mazzeo. Le perdite subite hanno generato un effetto di depatrimonializzazione del sistema, con perdite in un solo anno di 17,5 milioni di euro, che a loro volta hanno causato un crollo delle garanzie rilasciate per il credito delle aziende, con 37,2 milioni in meno rispetto all’anno passato.

Tutti dati che vanno a incidere sulle possibilità di accedere al credito delle imprese, ancora in gravi difficoltà per via della crisi economica generalizzata. 

 

La Sicilia è la Regione con la più alta concentrazione di confidi fra le regioni del Centro-Sud d’Italia. “Un sistema che è cresciuto in maniera formidabile negli anni 2000 – spiega Mazzeo – soprattutto dal punto di vista patrimoniale, grazie anche ai continui rilasci di risorse pubbliche, in particolare della Regione. Ma a questa crescita patrimoniale non è corrisposta una crescita in termini di redditività”.

Questa situazione è arrivata al capolinea quando, nel 2010, i confidi siciliani più importanti si sono trasformati in intermediari vigilati dalla Banca d’Italia, dovendo sostenersi con le attività dei servizi, operando in un mercato più concorrenziale. “Ma a tre anni da questa trasformazione – nota Mazzeo – il sistema si è ingolfato e ha iniziato a decrescere”.

 

“Quest’anno – prosegue Mazzeo – abbiamo avuto un’esplosione dei crediti deteriorati, ovvero di quei clienti che non riescono più a rimborsare le rate”.

Lo studio realizzato dall’advisor Raffaele Mazzeo ha individuato alcune possibili soluzioni per uscire da queste difficoltà. Innanzitutto, spingere ancora sul Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese MCC del Ministero per lo Sviluppo economico che copre, a costo zero per il confidi, l’80% del rischio di credito con la garanzia dello Stato. “Esiste ancora un margine potenziale da sfruttare”, spiega Mazzeo.

La seconda possibilità è quella di fare ricorso ai Fondi Ue: “È importante – sottolinea l’advisor – che i confidi siano al tavolo delle trattative sul Por Sicilia”. I confidi, inoltre, hanno la necessità di risparmiare sui costi, “con soluzioni organizzative in outsourcing per esempio”, suggerisce Mazzeo.

Infine, i confidi dovrebbero occuparsi maggiormente di fornire servizi alle imprese, che spesso “sono servite in modi inadeguato dai loro consulenti”.

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