PALERMO, 26 GIUGNO 2013 – La Regione siciliana è nuovamente sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione europea. Dopo le bacchettate per i ritardi sull’uso dei Fondi Po-Fesr, i riflettori sono stati puntati sul Fondo sociale europeo (Fse). E la Sicilia non brilla, anche se è certamente messa meglio rispetto al PO Fesr, con una spesa certificata già pari al 40%. Ma la Cgil fa notare: “Sono ancora soltanto parole. Dove sono i bandi?”.
Il Comitato di sorveglianza si è riunito per due giorni (lunedì a Cefalù, ieri a Palermo) per verificare lo stato della spesa dei finanziamenti europei da parte della Regione siciliana e ha strigliato l’amministrazione regionale per i ritardi con cui procede nell’impiego dei fondi. In particolare, a far storcere il naso all’Ue sono stati i dati di spesa relativi ad alcuni assi, in particolare quello che riguarda la “capacità istituzionale”. Secondo la tabella che certifica la spesa (riportata qui sotto) la Sicilia è sotto al 5% e deve recuperare in fretta.
Comunque soddisfatta del lavoro fin qui svolto l’assessore per la Formazione professionale, Nelli Scilabra, che con l’assessore per il Lavoro, Ester Bonafede, ha rappresentato il Governo regionale al tavolo del Comitato di sorveglianza (il presidente Crocetta non si è visto in nessuno dei due giorni) al quale hanno partecipato i rappresentanti dell’Europa, del Ministero e della Regione insieme alle parti sociali.
Commenti contrastanti, quelli del Governo e dei sindacati. Nelli Scilabra è uscita dalla riunione di Palazzo d’Orleans visibilmente rincuorata. “Sono stati assunti impegni di spesa per 1.591.805.060 – ha detto – corrispondenti al 98% della dotazione finanziaria complessiva del Programma che è pari a 1.632.308.298, e una spesa certificata pari a 667.000 euro, corrispondente a circa il 41% del totale”. L’assessore ha anche sottolineato l’aumento del fondo integrativo per le borse di studio agli studenti universitari siciliani, da 9,7 milioni di euro a 24,5.
Ma i sindacati, che hanno avuto anche un colloquio “riservato” con i vertici dell’Unità europea responsabile dell’Fse in Italia, restano con i piedi per terra, e fanno un netto distinguo tra gli impegni di spesa e la spesa effettiva. Soprattutto aspettano i bandi. “È da un anno ormai che sentiamo parlare dell’utilizzo di questi fondi – accusa Michele Pagliaro, segretario regionale della Cgil – ma per usarli devono essere pubblicati dei bandi e noi ancora non ne abbiamo visti. La Regione sta facendo tutto troppo lentamente. Questi fondi vanno spesi per lo sviluppo e la crescita della Sicilia e allora che lo facciano e che lo facciano bene, confrontandosi con le parti sociali”.
La Cisl ammette le preoccupazioni per i rischi e i ritardi registrati e per la qualità e spendibilità dei progetti. Se fallisce l’impiego corretto dei fondi europei, fallisce ogni prospettiva di sviluppo economico e sociale su cui la regione possa fare leva. Ribadiamo che la definizione di una strategia di sviluppo produttivo, che ancora manca, va posta al centro delle politiche del governo regionale, degli enti locali e dell’Ars. Registriamo solo ritardi, approssimazione e gravi blocchi della macchina amministrativa: né avvisi, né bandi, né progetti definitivi. L’unica spesa degna di rilievo delle risorse del Fse, in tema di formazione, è dovuta ai 451 milioni spostati nel 2011, su sollecitazione sindacale, dal bilancio ordinario della Regione, ormai fallimentare, al Fse”.
Claudio Barone, segretario regionale Uil, ritiene che “sui Fondi europei si gioca il destino dell’economia siciliana. Risorse per investimenti, infrastrutture e servizi sono disponibili e non possiamo più permetterci il lusso che vadano sprecate o perdute. La capacità di spesa è ancora insufficiente e molte volte quello che si realizza è di scarsa utilità. Per accelerare l’iter burocratico di queste risorse è necessaria una diversa organizzazione del lavoro e un incremento del personale regionale a ciò dedicato”.
La Uil chiede l’immediata convocazione di un tavolo di confronto per imprimere una forte accelerazione alla spesa.
——
Di seguito l’elenco completo degli assi del Fondo sociale europeo con, nell’ordine, la dotazione iniziale, la dotazione del Fondo dopo il programma di rimodulazione, la certificazione al 31 maggio 2013 e la relativa percentuale.
I. Adattabilità: 178.654.996 – 35.288.059 – 661.157 – 1,87%
II. Occupabilità: 1.077.885.150 – 741.992.104 – 313.972.962 – 42,31%
III. Inclusione sociale: 148.879.164 – 120.000.000 – 43.694.658 – 36,41%
IV. Capitale umano: 521.077.075 – 644.837.664 – 291.622.755 – 45,22%
V. Transnazionalità e Interregionalità: 44.663.750 – 21.891.752 – 0 – 0%
VI. Assistenza tecnica: 83.372.331 – 48.000.000 – 16.119.648 – 33,58%
VII. Capacità istituzionale: 29.775.832 – 20.298.719 – 847.001 – 4,17%
Totale: 2.084.308.298 – 1.632.308.298 – 666.918.181 – 40,86%