ROMA, 25 GIUGNO 2013 – Le accuse lanciate dalla Casa Bianca nei confronti del governo cinese sono state rinviate al mittente da Pechino.
Il governo cinese, infatti, parla di accuse “senza fondamento” sulla presunta protezione concessa dalla Cina a Snowden, la talpa del Datagate. “Non è stato sensato da parte degli Stati Uniti mettere in discussione – spiega la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying- la gestione di Hong Kong della questione. Una gestione in linea con le leggi vigenti”. Le accuse mosse contro il governo di Pechino non possono “Essere accettate” ha aggiunto il governo cinese.
E sempre a proposito della fuga di Snowden, ieri, il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha accusato la Cina di “non aver onorato i patti”, mentre il portavoce del dipartimento di Stato ha dichiarato che si tratta di una “seria battuta d’arresto” nelle relazioni Usa-Cina.
Anche il governo moscovita dichiara di non avere nulla a che fare con il caso Snowden, che stando alle dichiarazione del ministro degli Esteri russo, Serghiei Leyrox, “non ha varcato il confine russo”. Mentre dopo una domanda dei giornalisti sulla vicenda della talpa del Datagate ha dichiarata :”Voglio dire subito che non abbiamo nulla a che fare con Snowden, con le sue relazioni con il dipartimento Usa della giustizia o i suoi movimenti intorno al mondo”.
Edward Snowden fu avvertito venerdì che doveva lasciare Hong Kong. Il messaggio, racconta il Washington Post, gli fu consegnato da un misterioso emissario che non sembrerebbe essersi identificato ma appariva molto informato sulla posizione di Snowden. Dopo che lo scorso 9 giugno ha rivelato di essere la talpa del datagate e di trovarsi a Hong kong, Snowden si è spostato in vari rifugi nell’ex colonia, guidato da un residente locale. Lo ha raccontato al Post il suo legale, Albert Ho, limitandosi ad aggiungere che il residente appare avere «molte conoscenze» ad Hong Kong.