PALERMO, 25 GIUGNO 2013 – Il ministro dell’Integrazione Cècile Kyenge questa mattina a Palermo, a margine di due incontri istituzionali sulle politiche di integrazione, ha risposto alle domande dei giornalisti sui temi che negli ultimi giorni sembrano mettere in crisi la tenuta del governo Letta.
“Il premier Letta sta lavorando tantissimo in questo momento. Io direi che il governo gode di buona salute – spiega il ministro – e quindi Letta sta lavorando per cercare di dare continuità e anche concretezza al programma. Sono molto fiduciosa”. Ma non è solo la condanna in primo grado a sette anni di carcere per Silvio Berlusconi a minare la solidità del governo.
Le dimissioni di Josefa Idem dal dicastero delle Pari opportunità e il futuro del ministero non sembrano preoccupare il ministro Kyenge che con la Idem ha collaborato nello sviluppo delle politiche giovanili e delle pari opportunità. “In questo momento ancora le deleghe (del ministero delle pari opportunità, Ndr) non sono state assegnate. Approfitto di questo incontro per dare piena solidarietà al ministro Idem”.
Gli sbarchi che, come ogni anno, si stanno intensificando sulle coste siciliane e i problemi dei centri di accoglienza di Lampedusa sembrano essere nell’agenda del ministro. “È in esame una mia visita a Lampedusa. Stiamo organizzando in questo momento la mia agenda, anche in previsione del lavoro che stiamo facendo – spiega – perché il mio ministero collaborerà al tavolo del Viminale per quanto riguarda i richiedenti asilo”.
Ma sono molti i temi sull’integrazione culturale e civile su cui la Kyenge sembra essere orientata a trovare delle soluzioni. Uno di questi è sicuramente la cittadinanza per le “seconde generazioni” degli immigrati. “Stiamo lavorando anche come governo all’iter sulla cittadinanza andando verso la semplificazione burocratica. Per quanto riguarda la riforma della legge 91 del ’92 – annuncia il ministro – tra due tre giorni sarà discussa nella Commissione Affari costituzionali, per cercare di analizzare tutte le proposte di legge che sono arrivate fino ad ora in Parlamento, oltre venti”.
Anche l’immigrazione dall’Italia verso altri paesi e il ritorno alla migrazione sono per il ministro uno stimolo ad investire sulle politiche giovanili e nel mondo del lavoro. “Credo –aggiunge il ministro Kyenge – che dobbiamo cercare di dare loro anche degli strumenti per poter rimanere a contatto con il resto del mondo”.
La Kyenge ha poi parlato della propria esperienza personale. “Ricordo che quando sono arrivata in Italia avevo una valigia enorme ma dentro c’erano due vestiti e un paio di scarpe, adesso quella valigia è piena di buona gente, di valori e di calore che porto sempre con me e mi sorregge nei momenti di difficoltà. Ogni giorno da quando sono arrivata al Ministero arrivano insulti e provocazioni, ma in quella valigia non entrano nè odio nè violenza. Non sono gli attacchi che mi fermeranno perchè la società è già cambiata. Forse quello che ci manca è la memoria, dobbiamo studiare di più la storia perchè l’Italia è un Paese di emigrazione”.
“Dobbiamo partire dalla fotografia della nuova Italia fatta di tante culture. Nel nostro Paese c’e la paura del diverso, dobbiamo insegnare nelle scuole – spiega il ministro Kyenge – che il diverso e’ ricchezza, un parte di noi.Dobbiamo fare questo percorso e il mio ministero ha l’obbligo di farlo con campagne di sensibilizzazione, e la riforma di alcune leggi come lo ius soli”. Così spiega il ministro durante l’incontro con il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, a Palermo.
Sullo “ius soli” il ministro sottolinea che va fatta una riforma della norma senza “imporre un modello ma cercando di far comprendere che e’ arrivato il momento di guardare l’Italia composta di tante culture. Dobbiamo fare una seria riflessione -ha continuato- per una seria cittadinanza e ritengo sia necessario semplificare tutto l’iter burocratico. Spero che su queste norme -ha concluso- di avere il sostegno della Sicilia”.
Durante l’incontro con il presidente Crocetta non è mancato il tempo per sottolineare l’importanza delle donne nei governi “Spero di lavorare molto per cambiare il concetto di integrazione e di far capire che la storia dei popoli si basa sullo scambio tra diverse culture. Spero di aver un partner per accompagnare il mio lavoro e vedo che dalla Sicilia ci sono tanti punti che mi stimolano, in particolare vedo tante donne rappresentate nella giunta, la maggioranza”.