PALERMO, 24 GIUGNO 2013 – Concluso l’ultimo giorno di iniziative al Village, è calato il sipario sul Palermo Pride 2013. Smontate baracche e burattini, ora si torna a lavorare dietro le quinte.
Con l’obiettivo di non mandare in fumo il patrimonio di consenso, forza e aggregazione che si è raccolto in questi giorni con l’adesione dell’Italia intera a un progetto (135 mila persone solo alla parata di sabato): il riconoscimento dei diritti Lgbt (e q, per queer).
“La società ha dimostrato di essere anni luce più avanti della politica sul tema della libertà e dei diritti – dice Titti De Simone, presidente del Comitato organizzatore del Pride. – Quindi, adesso ci aspettiamo un atto di responsabilità da parte delle Istituzioni, servono atti concreti”.
L’Italia, per esempio, è uno degli ultimi paesi rimasti in Europa a non avere una legge per il riconoscimento delle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali, così come manca una norma che riconosca l’aggravante della discriminazione nei delitti causati dall’omofobia e la trans fobia.
Richieste di cui si sono fatti promotori le numerose autorità e i numerosi esponenti politici che hanno partecipato in varie forme al Pride, da Nichi Vendola a Rosario Crocetta, da Laura Boldrini a Josefa Idem, passando per tutti quei deputati nazionali e regionali che erano presenti alla parata, speriamo per adesione e condivisione di un progetto e non piuttosto solo per apparire.
http://www.youtube.com/watch?v= ylVJQK0b_1c